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Il quartetto del girone A è diventato un trio. Perso per strada, per il momento, il Bassano, i grigi condividono il primato con Novara e Pavia ma la classifica avulsa li colloca in seconda posizione. Come a dire: se il campionato finisse qui, Novara in B e grigi ai playoff. Ma è ancora lungo il cammino verso il traguardo, perchè mancano 12 partite, uno spazio temporale nel quale possono cambiare molte cose, soprattutto con l’arrivo del caldo. Il vantaggio della formazione di D’Angelo, se mai, sta nel  fatto di avere sette gare gare in casa e cinque in trasferta, ma è soltanto teorico: infatti il rendimento dei grigi è stratosferico in trasferta e buono, ma non eccelso, al Moccagatta. Dove si giocheranno (domenica 1 e mercoledì 4 marzo) le due prossime partite con Cremonese (27^ giornata) e Torres (anticipo della 31^) e dove l’Alessandria dovrà dare un segnale forte facendo 6 punti. Ma è chiaro che le altre non si faranno intimorire e cercheranno di fare la stessa cosa: il Pavia ha anch’esso due gare in casa contro avversari dello stesso calibro (Mantova e Lumezzane) mentre il Novara avrà due trasferte difficili (Bassano  e Como) nelle quali sarà in ballo non solo il destino dell’attuale capolista, ma anche quello delle avversarie, dal Bassano che punta a rientrare nel gruppetto di testa a giocarsi la promozione diretta, al Como che tenta il rientro in zona spareggi facendo corsa proprio sul Bassano. Una situazione complicata che cambierà di giornata in giornata, di minuto in minuto. Sarà importante fare risultato sempre, tendendo occhi e orecchie sui risultati degli altri. “Saranno dodici finali” ha detto qualcuno, ma è un modo di farsi coraggio; hai voglia a concentrarti solo sull’evento imminente, ma una finale è dentro o fuori, si o no, non ha contorni né prove d’appello, mentre in campionato, fino alla fine, c’è sempre un’altra partita in cui è possibile rimediare o sbagliare, raggiungere o essere raggiunti. Saranno determinanti la condizione atletica, le energìe nervose, la forza del gruppo e, come non mai, la fortuna. Che in questo periodo sorride all’Alessandria. Si parlava in passato di ‘episodi-no’, riferiti alle gare interne con Bassano e Renate o alla trasferta di Novara (dove si perse per due gol casuali) ma poi sono arrivati gli ‘episodi-sì’, tre in fila: l’autogol del Pavia, il regalo a Marconi contro il Lumezzane e l’autogol del Sudtirol. Se si fanno i conti dei punti, fatti o persi per merito della dea bendata, si trova l’equilibrio, quindi è chiaro che da qui alla fine, posto che tutti faranno il massimo per vincere, la spunterà chi avrà (anche) più fortuna.
Sulla gara di sabato c’è poco da dire: l’Alessandria, vittoriosa per l’ottava volta fuori casa, ha mostrato solidità concretezza, acume tattico e saggezza nella gestione del risultato. Una volta in vantaggio la formazione di D’Angelo si mette lì e non ti fa giocare, non ti fa tirare in porta, ti schiaccia con la sua superiorità fisica e ti costringe a soccombere; oltre all’autorete degli alto-atesini (ancora in gioco per il 4° posto) e al gol di rapina di Iunco (il primo in grigio) sono arrivate anche due traverse (una di Germinale, che ha sfiorato la prima segnatura) che potevano arrotondare il risultato.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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