Niente da fare anche stavolta per Matteo Donati. Il tennista alessandrino ha perso al primo turno del tabellone di qualificazione contro l’amico-rivale Stefano Napolitano con il punteggio di 64 76, perdendo ‘a 4′ il tie-break della seconda partita.
Nel tennis è così, o vinci o perdi; e contro un giocatore di pari livello (Napolitano n. 199, Donati n. 205 ATP, ndr), con il quale la conoscenza reciproca è profonda fin da ragazzini, la partita si gioca sul filo dell’equilibrio, come dice il punteggio, ed è decisa da piccoli dettagli.
Quindi niente di drammatico. Però il fatto è che ‘Matteo nostro’ non vince una partita ufficiale dal 18 settembre scorso (63 63 a Gutierrez nei 16mi a Biella): da allora si annotano 7 sconfitte consecutive, dal ritiro negli ottavi a Biella (contro Travaglia sul punteggio di 16 31) alle qualificazioni di Stoccolma (46 46 contro il lituano Zopp), dalla lotta con Hurkacz in Danimarca (63 36 63 per il polacco) al derby con Sonego perso 63 62 al 1°turno a Bratislava. Poi la sosta, il recupero e la preparazione per la nuova stagione, chiudendo l’anno al posto n. 204 della classifica mondiale.
Ma purtroppo il 2019 è cominciato come era finito il 2018: doppia sconfitta il 1° gennaio nel Challenger australiano di Playford, sia in singolare (76 76 dall’americano Escobedo, tie-break ‘a 5’ e ‘a 3’) che in doppio, giocato in coppia con l’italiano Sonego (64 67 11-9 il punteggio per i tedeschi Otte-Moraing). Nella notte il ko agli Australian Open.
Il momento migliore dello scorso anno fu il 18 giugno, quando Donati raggiunse la posizione n. 171, a -12 dal suo best ranking del luglio 2015. Lì c’era la prospettiva, c’era la speranza che il traguardo dei ‘top 100′ fosse avvicinabile; ma un po’ gli infortuni, che più volte lo hanno bloccato, e un po’ le sconfitte, lo fecero scivolare addirittura al n. 227, posizione da cui poi risalì, senza giocare, al n. 204 finale del 2018.
Ora bisogna uscire dal tunnel buio e ritrovare la via della vittoria, cercando di fare una programmazione mirata adatta a risalire la china. Forza Matteo!