Una svolta storica quella determinata dalla sentenza dal Giudice di Pace del Tribunale civile di Verbania in appello in merito alla vertenza che riguarda Alessandro Balducci, un minore tesserato con la Virtus Villadossola, che apre il dibattito sulla questione dei vincoli dei giocatori tra i 14 e i 25 anni. Il giovane calciatore, nell’estate 2011, firmò con la Virtus Villadossola per giocare nella Juniores, ma l’anno successivo la squadra non si iscrisse, con i tesserati costretti a “riscattare” il proprio cartellino per migrare altrove. La famiglia del ragazzo si è opposta e il giudice di Pace ha sancito che, diversamente da quello che considera la Lnd, la firma del cartellino di un minorenne necessita dell’autorizzazione del giudice tutelare e non solo della firma dei genitori.
Chiara la risposta di Bacchetta: «Gli atti che richiedono la presenza del Giudice Tutelare sono di tutt’altra natura e non sono legati a un tesseramento. La sentenza, inoltre, è formulata su una previsione di giudizio favorevole del Giudice Tutelare e non mette alcun dubbio sulla legittimità del vincolo. Mi pare anche opportuno evidenziare come tale decisione non rimane confinata nel mondo del calcio e si trasferisce a tutte le attività giovanili delle Federazioni del Coni. Voglio ribadire che tale decisione è legata esclusivamente al ricorso presentato dalle persone, e pertanto non è di fatto applicabile immediatamente a tutte le società e a tutti i giocatori minorenni».
La replica dell’Associazione Italiana Calciatori alla forte presa di posizione da parte della Figc e della Lnd non si è fatta attendere. Il presidente dell’Aic, Damiano Tommasi, ha risposto alla lettera dell’avvocato Claudio Bocchietti in cui viene spiegato come la sentenza del Tribunale civile di Verbania sia “gravemente errata dal punto di vista giuridico”: «Da anni stiamo cercando di portare avanti questa battaglia per l’abolizione del vincolo. Noi, come Aic, stiamo cercando di far prevalere il buon senso e le prese di posizione della Figc e della Lnd confermano come non ci sia la volontà di rivedere questa norma».