I giochi sono fatti: per i grigi tre entrate (Morero, Iunco, Germinale) e tre uscite (Pappaianni, Ferrani, Scotto), ma il problema pesante è rimasto. Matteo Guazzo è ancora un giocatore dell’Alessandria, nonostante fino alle 23 di ieri il ds Magalini abbia provato a piazzarlo: sembrava che mezzo girone C di Lega Pro fosse disponibile a farsi carico del suo pesantissimo (per la categorìa) ingaggio sperando nei suoi gol, ma pare che il giocatore volesse il Nord, e quindi ‘ciao’. Ora si prospetta la seconda fase paventata da patron Di Masi: “…se Guazzo non partirà, rivaluteremo la sua posizione”. In effetti adesso il toro va preso per le corna e il problema va risolto, perchè restare così non ha senso. La dirigenza dovrà parlare col giocatore e trovare un accordo, ma dopo l’ingaggio di due punte reintegrarlo in rosa scontenterebbe qualcuno e creerebbe problemi di gestione del gruppo a Luca D’Angelo, anche se molti vorrebbero avere problemi di abbondanza in attacco. Certo la vicenda ha assunto contorni oscuri, e la verità intera la conoscono solo i protagonisti diretti, quindi Guazzo, Di Masi e Magalini. La soluzione del ‘fuori squadra‘ ma non ‘fuori rosa’ puntava a piazzarlo sul mercato, ma evidentemente è diventata un’arma a doppio taglio, perchè le voci girano e nessuno va prendersi una gatta da pelare per risolvere i problemi altrui. D’altronde Guazzo costa caro, è conosciuta la sua passione per cibo, femmine e social network, sta un po’ in disparte dal gruppo, però i gol li fa. Tutto sommato il suo bottino di 6 reti in 15 presenze non è male, è tuttora il secondo marcatore della squadra con Rantier (dietro a Marconi, 8) e in prospettiva può servire ancora. Però va gestito. D’altronde se in 17 anni da calciatore ha vestito 20 maglie diverse, e con quelle qualità non ha mai visto la serie B, un motivo ci dovrà pur essere…
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