Alessandria Calcio, siamo ai titoli di coda. Questa mattina, dalle 8.40 alle 10.20, tre dipendenti di AMAG hanno provveduto alla chiusura dei 6 contatori del perimetro dello stadio. La società è morosa per una somma superiore ai 15.000 euro e i responsabili dell’azienda fornitrice hanno dato ordine di chiusura anche per i due impianti antincendio presenti in via Rossini e via Bellini.
Per questa ragione lo stadio ‘Moccagatta’ non può essere considerato un luogo di lavoro sicuro, mancando i requisiti antincendio, una delle basi della legislazione in materia di sicurezza. Oltre alla mancanza dei servizi, inutilizzabili per assenza di acqua. Il gestore del Bar, avvisato alle 9.20, ha provveduto al distacco delle macchine che potevano essere danneggiate.
Anche l’impianto di irrigazione è stato fermato: la centralina automatica va in blocco se manca l’alimentazione. Anche se, per domani mattina, è stata riprogrammata puntando sul pozzo collegato al pompaggio della stazione di sollevamento del Tanaro, non a secco per le frequenti piogge. Ma è solo per domani. Poi non si può più bagnare e, con questo caldo, il terreno pian piano secca.
Al termine del lavoro di chiusura dei contatori è stata informata Vittoria Oneto, assessore allo Sport del Comune che è proprietario dell’impianto. Essendoci una morosità della società calcistica anche nei confronti dell’ente (circa 80.000 euro), potrebbe esserci la revoca della concessione del Moccagatta.
Quindi, di fatto, squadra senza stadio e, forse, senza futuro. In più, la Juventus Next Gen, ospite del ‘Mocca’ da quando esiste (6 anni per 8.000 euro di affitto a partita), sta puntando sul ‘Lamarmora’ di Biella, dove già gioca la ‘Women’.
E se si è giunti fino a qui, con lo stadio funzionante, dopo l’assenza prolungata dei dirigenti, si deve solo dire grazie all’impegno di Granfranco Foco (stadium manager) e dei dipendenti Federica Rosina (segreteria), Alice Pizzi (biglietteria), Morena Cassulini (lavanderia), Angelina Bognani (pulizia), Gianfranco Sguaizer (magazzino), Ivan Rho (Romania, manutenzione) e Abu Mussa (Niger, addetto al campo). Tutti indietro di due mensilità di stipendio.
Eppure tutti sono stati solidali con Abu, mettendo mano al portafoglio. Il giovane nigerino è tornato in Africa per sposarsi, due settimane fa, e i dipendenti hanno fatto una colletta per comprargli il biglietto aereo. E pare che abbiano contribuito anche alcuni giocatori della prima squadra.
Piccole, belle storie in una brutta vicenda, vicina al GAME OVER.