Emiliano Gallione, ex arbitro di A e B, ora addetto all’arbitro dell’Alessandria Calcio 1912, è stato ospite lunedì scorso dell’appuntamento ‘Il calcio al Caffè ‘Marini’ che si tiene ogni lunedì alle 19.30 per parlare di calcio in leggerezza, proposto dallo Juventus Club “Scirea” di Alessandria. Nessuno meglio di lui raccontare quali siano gli stati d’animo che caratterizzano l’attività di un arbitro di calcio. E nessuno meglio di lui può analizzare tecniche, dinamiche, movimenti, pensieri e azioni di quanto succede su un campo di calcio vissuto con un fischietto in bocca. Emiliano Gallione la Serie A l’ha conosciuta, seppur brevemente, da protagonista. Questione di testa, di fisico, di preparazione, mettendoci, alla base di tutto, quell’onestà intellettuale che lo ha portato a vivere assolutamente super partes ogni attimo della sua esperienza arbitrale. La categoria arbitrale è una parte sana del calcio, assicura deciso: “L’errore è nella natura umana e se c’è, va assimilato a quello di un bomber che sbaglia un gol fatto o di un portiere che si lascia scivolare un facile pallone tra le mani.” Al ‘Marini’ Gallione ha parlato di calcio a 360 gradi: arbitri, giocatori, partite, aspetti economici, moviola: ha toccato veramente mille argomenti, rispondendo anche a tante domande degli amici che hanno preso parte all’incontro. Aperto e chiaro nei confronti di un calcio che, ad alto livello, deve riformarsi per saper meglio conciliare spirito sportivo e logiche di business; scettico sugli eventuali benefici della moviola in campo, la cui gestione porterebbe a una ulteriore serie di discussioni (quante volte dopo aver rivisto decine di volte un’azione incriminata, permangono i dubbi); costruzione ad hoc di polemiche che spesso sono solamente parafulmini e alibi per giustificare i propri errori; difesa a spada tratta della categoria arbitrale, che se sbaglia paga sulla propria pelle gli eventuali errori; questi e tanti altri gli argomenti trattati. Un’esperienza importante per riuscire a interpretare l’operato arbitrale da un punto di vista più corretto, un’esperienza che sicuramente verrà riproposta al Caffè Marini. Ne varrà la pena.
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