Un rinforzo importante per la Pallavolo Acqui Terme in vista del prossimo campionato di serie B1 con l’arrivo della forte ed esperta schiacciatrice romana Michela Culiani.
La Pallavolo Acqui Terme in vista della stagione 2020/21 si è assicurata le prestazioni di Michela Culiani. Giocatrice con una lunga esperienza in serie B1 e B2, la sua carriera è partita da Roma, sua città di origine, per poi proseguire in Veneto, Umbria, Marche, Sicilia, Campania, Salento ed Abruzzo dove nelle ultime due stagioni ha militato a Chieti nella Pallavolo Teatina, allenata da Giorgio Nibbio, in passato avversario acquese quando era alla guida della Chromavis Abo Offanengo.
La prossima stagione sarà Acqui Terme la casa di questa atleta la quale, nonostante i trentun anni – è nata infatti nel 1989 – ci tiene a specificare che se ne sente molti meno. Quindi, pronta per rimettersi nuovamente in gioco in un’esperienza nuova.
“Mi mancava il Piemonte! – esordisce nel momento di raccontarsi alla nuova società – Mi sento decisamente pronta per questa nuova avventura. Chiunque mi abbia parlato di Acqui Terme è rimasto sorpreso piacevolmente, mi sono informata e mi sembra una bella realtà.
L’unica volta che ho giocato al nord in serie B è stata a San Donà di Piave in Veneto, nel mio primo anno fuori casa. Avevo vent’anni. Ancora prima ho fatto un torneo a Cuneo con le giovanili. Diciamo che potrebbe essere per me un ritorno alle origini, aspetto che per me rappresenta un fattore di motivazione. Premetto che non mi piace andare nei luoghi comuni e dire che i gironi del nord sono migliori. Io ho fatto il girone sud per diverse stagioni e a livello sia di pubblico, sia tecnico, sia di affiatamento non ho nulla da dire. Però rimettermi in gioco su è sicuramente una bella esperienza motivante, quindi, non vedo l’ora. Anche perché, siamo state ferme fin troppo.”
Tornando al momento del fermo, così la nuova giocatrice acquese ha riepilogato l’ultima annata nella Pallavolo Teatina Connetti.it Chieti: “Ne vengo da una stagione fatta di alti e bassi – racconta – Eravamo una squadra molto forte, con obiettivi di un certo livello. Nonostante gli infortuni e le problematiche logistiche eravamo tra le prime quattro squadre quando è scoppiato il Covid-19. È rimasto un bell’amaro in bocca perché eravamo in piena corsa play off. È stata una situazione molto frustrante perché è come se tutti i sacrifici fossero stati vani. D’altronde per tutti è stato così.”
Ora, però, lo sguardo di Michela è orientato avanti, sempre con l’obiettivo di fare del suo meglio:
“Sono curiosa di rimettermi in gioco nel girone su e mettermi alla prova tecnicamente in un girone in cui non sono mai stata. Anche se ho un età in cui sono considerata un’atleta formata, il mio obiettivo, da quando avevo vent’anni non è mai cambiato: ogni giorno entro in palestra con l’idea di fare sempre meglio e di acquisire quel tantino in più di bagaglio tecnico e tattico da usare in partita. Non vedo l’ora di confrontarmi con una realtà che mi è lontana da tempo e di confrontarmi con atlete di un certo tipo e di un certo spessore.”
Parlando, invece, delle motivazioni che l’hanno spinta a scegliere Acqui Terme la giocatrice ha raccontato come, nonostante la distanza geografica, abbia avuto modo di sentire parlare positivamente della società termale da persone a lei vicine:“Ho avuto notizie sulla piazza di Acqui Terme e sull’allenatore Ivano Marenco anche tramite delle mie colleghe e degli allenatori che conosco che mi hanno sempre parlato bene sia del modo di lavorare, per quanto riguarda la serietà e la metodologia di lavoro, e sia della vivibilità del posto.”
L’età media del roster acquese è piuttosto bassa. Lo scorso anno la giocatrice più grande anagraficamente era Mirabelli che è nata nel 1996, Culiani, invece è del 1989. La squadra che si presenterà ai nastri di partenza la prossima stagione è ancora in fase di allestimento, ma in linea generale continuerà ad essere giovane. Questo fatto che, con tutta probabilità, sarà la giocatrice meno giovane della squadra non rappresenta un ostacolo per lei, anzi, un fattore di motivazione
“Sicuramente il fatto che la squadra sia relativamente giovane, mi piace molto, poiché i margini miglioramenti sono a vista d’occhio, in particolare se si lavora bene con un tecnico come Ivano Marenco. Farò del mio meglio per dare il mio apporto anche dal punto di vista caratteriale e gestionale, durante le partite e gli allenamenti. Anche nell’ultima stagione a Chieti ero la più grande. Mi piace molto trasmettere, aiutare ed essere un punto di riferimento dentro e fuori dal campo, con tutti gli oneri e gli onori. Sono trentunenne dal punto di vista anagrafico ma mi sento ventiquattrenne e mi piace molto relazionarmi con questa fascia di età, soprattutto se riesco a tirare fuori il meglio per un obiettivo comune. Ho un grande senso del team: singolarmente non siamo nessuno, collettivamente siamo tutto e magari si superano anche molti limiti venendosi incontro. In un gruppo femminile non è facile la gestione psicologica e caratteriale. Siamo diverse e siamo donne: l’essere sulla stessa linea d’onda è una sfida e non vedo l’ora, come ogni anno, di intraprenderla.”
Dalle parole Michela si evince il profilo di un’atleta professionista motivata e con le idee chiare, ma nel contempo umile e portatrice di grandi valori sportivi ed umani. Valori che si sono consolidati nel corso delle numerose esperienze in giro per l’Italia, ma sui quali ha avuto fondamentale importanza il suo percorso giovanile. Proprio a riguardo delle sue prime esperienze nel mondo del volley, racconta:
“Mi ritengo fortunata perché ho fatto un percorso giovanile di un certo livello qui a Roma: finali nazionali, finali regionali vinte molte volte. Ho avuto l’onore di essere allenata da personaggi di un certo spessore: Luca Cristofani (la prossima stagione dell’Acqua e Sapone Volley Club Roma di serie A2), Luca Secchi (ex Chieri A2 e A1), Beppe Giannetti (tecnico scomparso nel 2018 con una lunga esperienza di titoli e risultati positivi a livello giovanile ed in serie A2, oltre ad aver lanciato atlete che hanno militato in nazionale) quando sono salita in Veneto per il mio primo anno fuori, e molti altri. Io ho dato tanto a loro e loro hanno dato tanto a me. Ho cercato di prendere il meglio di ognuno ed il mio percorso è stato sempre in crescita. Di ogni esperienza ne ho fatto tesoro. Ovviamente ho bruciato un po’ di tappe, nel senso che quando ero in under 17 facevo già gavetta in serie B2, poi il mio primo anno di “sboccio” in serie B1 è stato a Monterotondo con cui in contemporanea facevo ancora l’under 18 ed arrivammo alle finali nazionali. Ho appreso dai migliori e dalle migliori, poiché ho avuto modo di giocare con atlete di un certo tipo fin da quando ero piccola, nonostante abbia iniziato tardi a giocare.”
L’inizio della carriera pallavolistica, infatti, è stato piuttosto inconsueto ed è avvenuto relativamente tardi: “Ne venivo dal mondo dell’equitazione, per la precisione volteggio – racconta Michela parlando dei suoi inizi – Poi alle medie il mio professore di educazione fisica, avendomi visto alta, mi ha invitato a provare la pallavolo e non ho più smesso. Ho fatto un percorso giovanile che auguro a chiunque, so che tante non hanno questa possibilità. Io militavo nella squadra all’epoca rivale di Volleyrò Casal de’ Pazzi (una delle società più note e titolate a livello giovanile in Italia) che era il Club del Volley Roma con allenatori Simonetta Valle e Pietro Cappelletti. Non mi scorderò mai gli scontri all’ultimo sangue per aggiudicarci i posti nelle finali nazionali. È stata la mia formazione e ne sono grata.”
Parlando, invece, del presente: “Sono grata per questa occasione, soprattutto all’allenatore Ivano Marenco, al DS Roberto Liss ed alla società in generale. Un grazie particolare, però, anche al mio procuratore Fabrizio Speciale che mi ha sponsorizzato molto il progetto.”
In conclusione: “Ho una gran voglia di riscatto. Questa stagione appena conclusa è rimasta così nell’aria, quindi, non vedo l’ora di ripartire”