Fare un bilancio della stagione in corso dopo così poco tempo sarebbe cosa sbagliata, ma qualche punto lo si può già analizzare per capire se il campionato dell’Alessandria potrà davvero essere all’altezza delle attese.
Fino a questo punto la vera Alessandria non si è ancora vista: la squadra arcigna, combattiva e cinica conosciuta in Tim Cup ad Agosto è sparita dai radar con l’inizio del campionato.
Le certezze che si erano costruite nelle partite contro la Pro Vercelli e lo Juve Stabia si sono per il momento perse: dal modulo di gioco, che sarebbe dovuto essere il 4-3-3 e invece si è trasformato nel più difensivo 3-5-2 alle prime difficoltà, alla “cattiveria” sotto porta degli attaccanti, dai problemi difensivi, manifestatisi soprattutto nelle partite contro FeralpiSalò e Lumezzane, fino alla poca continuità nelle prestazioni (il buon primo tempo contro la Feralpi cancellato da un secondo tempo da incubo, la buona prestazione contro la Cremonese fatta dimenticare subito otto giorni dopo a Lumezzane con una prestazione indegna che è costata la panchina a Scienza), vero problema di questo avvio di stagione.
La squadra vista in campo a Lumezzane (ma anche quella vista a Cuneo) sembrava quella di un gruppo di amici che si ritrovano al martedì sera per una partita a calcetto: non un’idea di gioco, cattiveria e voglia meno di zero, superficialità imperdonabile e continua ricerca di giocate individuali (ma riuscite tra l’altro),come se non ci si fidasse dei propri compagni. La rabbia dei tifosi e la conseguente contestazione a tecnico e Direttore sportivo a fine partita era il minimo che ci si potesse aspettare.
Il cambio d’allenatore alla quarta giornata può comunque sembrare una mossa affrettata e dettata dalla rabbia del momento, ma credo che un gesto forte come l’esonero del mister serva soprattutto per far svegliare i giocatori e fargli capire che i prossimi a fare le valigie potrebbero essere loro.
Semmai le domande da porsi sarebbero altre: era davvero Scienza l’uomo giusto per guidare una squadra con dichiarate ambizioni di vincere il campionato? Basta davvero che un allenatore arrivi sesto in campionato l’anno prima con una squadra senza pressioni dall’ambiente esterno per catapultarlo in una realtà esigente come quella alessandrina? Di chi fu la scelta del mister, del Presidente o del Direttore sportivo?
Ora comunque con la scelta di Angelo Gregucci si è deciso di cambiare pagina e solo il tempo (uno o due mesi) ci dirà se la decisione presa sia stata quella giusta.
Nella prima uscita della “nuova” Alessandria si è vista una squadra vogliosa di vincere e di mettersi alle spalle le opache prestazioni settembrine,ma le lacune sono ancora molte e il lavoro del nuovo allenatore sarà tutt’altro che facile.
Di sicuro il goal di Mezavilla in extremis contro l’AlbinoLeffe ha consentito ai grigi di lavorare con più tranquillità in settimana, ma la consapevolezza che la strada ora è tutta in salita e che la “piazza” va riconquistata dovranno servire come stimolo ulteriore a questa squadra, che d’ora in avanti dovrà iniziare a macinare punti e prestazioni per risalire una classifica ancora incerta e in cerca del vero padrone.
Davide Ravan