Due giorni per nascere e morire. Così la Super Lega di calcio ha attraversato le nostre vite. Una meteora. Voleva essere uno spocchioso esercizio di potere per ripianare i debiti e guadagnare di più. E’ riuscita a mettersi contro il mondo intero: il calcio, lo sport, la politica, i governi. L’intrusione della finanza nel mondo del pallone è fallita.
Ora che è chiaro chi ha vinto e chi ha perso, ci saranno le conseguenze, certamente non indolori per gli ‘integralisti’ dell’iniziativa. E molte teste cadranno, spontaneamente o indotte a farlo. UEFA e FIFA ne usciranno più forti, e magari cambieranno qualcosa.
Ma il problema di base sono i debiti. Enormi. E quando ci sono non si possono nascondere. Ti corrono dietro. E allora si deve rimediare. Come? Riducendo le spese. Non c’è altra strada, come ci insegna la vita. E chi fa impresa sa che non può reggere un sistema che spende l’80% dei ricavi per la ‘forza lavoro’. Tradotto, vuol dire che si spende troppo per i calciatori. Guadagnano troppo, e si sapeva. E’ urgente cambiare.