Nel mondo del calcio il ruolo dell’arbitro è uno dei più delicati da compiere, soggetto a grandi pressioni sia nelle categorie inferiori che in serie A. Però come si diventa un arbitro di calcio? I passi sono semplici: la sezione AIA di Alessandria sostiene un corso, completamente gratuito per uomini o donne dai 15 ai 35 anni di età, della durata di circa tre mesi che incomincia ad ottobre, durante il quale si svolgeranno delle lezioni con lo scopo di imparare le regole di questo sport. Al termine del corso, i candidati svolgeranno un esame, simile a quello teorico della patente, per stabilire se hanno raggiunto il sufficiente grado di preparazione per dirigere una gara.
Una volta superato l’esame chi diventa arbitro può usufruire di diversi vantaggi:
- ottiene la tessera ufficiale FIGC con la quale può accedere gratuitamente a tutte le competizioni calcistiche (Serie A, Serie B, Coppa Italia, ecc.);
- divisa ufficiale, fischietto e cartellini;
- per chi ancora frequentasse le scuole superiori, l’attività da arbitro gli potrà fruttare del credito formativo;
- l’arbitro sarà rimborsato dalla FIGC secondo la distanza del campo nel quale si svolgerà la gara.
Una volta superato l’esame però non è finita, infatti il candidato dovrà sottoporsi ai test fisici durante i raduni in programma a inizio e a metà stagione. I test consisteranno in uno scatto di 50 m da completare entro un determinato tempo, e il test di Léger, nel quale gli aspiranti arbitri dovranno compiere 35 m entro una fascia di tempo determinata da dei segnali acustici. Se il candidato supererà questi requisiti potrà ufficialmente entrare a far parte dell’AIA, dirigendo prima le gare più semplici per poi salire a seconda della propria abilità. Gli arbitri saranno giudicati dagli osservatori che attribuiranno un voto da 8.1 a 8.9, dove il voto minimo per mantenere la categoria sarà 8.40. Così funziona il mondo degli arbitri, con la speranza che grazie a quest’articolo si possano vedere facce nuove al corso di ottobre.
Lorenzo Roagna