La nuova rivoluzione tecnologica: visori e realtà virtuale?
Quando pensiamo a una nuova rivoluzione tecnologica, pensiamo a qualcosa di ancora lontano dai giorni nostri.. ma se questa fosse già iniziata?
Da anni il settore tecnologico sta vivendo nell’attesa della prossima grande rivoluzione. L’ultima è stata nel 2007 con l’Iphone che grazie allo schermo touch portò un nuovo modo di concepire il cellulare. Mentre gli auricolari wireless o gli smartwatch non si possono definire “rivoluzione tecnologica” perché non hanno avuto un effetto di massa paragonabile. Bisogna infatti comprendere che si può definire tale quando arriva alle masse: è stato così per le auto, per i PC e per gli Smartphone e altrettanto sarà così anche per la prossima.
Se la prossima rivoluzione fosse “La Realtà Virtuale?
La realtà virtuale è considerata da molti il vero passo verso il futuro e l’innovazione.
Il co-fondatore di Facebook Mark Zuckerberg crede fermamente che lo sarà, infatti prevede un mondo dove in meno di 10 anni i colleghi parleranno fra loro attraverso ologrammi.
Come funziona la Realtà Virtuale?
Per esplorare una realtà virtuale è necessario dotarsi di un lettore VR. Gli sviluppatori e i designer coinvolti nella realizzazione di questi dispositivi, creano uno spazio virtuale dove l’utilizzatore può calarsi in un’esperienza mai vissuta prima. All’interno di questo ambiente, l’utente può muoversi e interagire con tutto ciò che lo circonda.
I primi visori vr sono stati realizzati circa 10 anni fa e ad oggi sono ormai una tecnologia utilizzata e alla portata di tutti.
Realtà virtuale oggi
La realtà virtuale al giorno d’oggi ha trovato applicazione soprattutto nei videogiochi e in campo medico: in entrambi i casi, come nicchia.
I tentativi di approcciare questo settore fino a questo momento, si sono rilevati fallimentari. Di esempio sono: Gli Spectacles di Snapchat, in vendita a 370 euro e che consentono solo di scattare foto e video (non hanno mai trovato un vasto bacino di utenti). Il Magic Leap One, per anni uno dei dispositivi più attesi dal mondo digitale, ha venduto pochissimi pezzi. Come noto, non sono andati meglio i Google Glass, lanciati addirittura nel 2014 e diventati celebri soprattutto per essere stati uno dei più clamorosi flop del colosso di Mountain, pensiamo infine ai recentissimi Ray-Ban Stories di Facebook che non stanno riscuotendo tantissimo successo.
In poche parole, il mercato ha più volte dimostrato di non bramare questi smartglass che dovrebbero proiettarci verso un futuro in realtà aumentata. Né quelli indossabili come normali occhiali (probabilmente troppo cari per le scarse funzionalità che offrono), né quelli che mettono a disposizione degli utenti una vera e propria esperienza in realtà aumentata (troppo ingombranti per la quotidianità.)
E se il problema non fosse questa innovativa tecnologia ma la testa delle persone? Forse questa continua innovazione non lascia il tempo di adattarsi al cambiamento o forse la continua ricerca della nuova rivoluzione ha fatto alzare troppo le aspettative.
Matteo Falco