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“Chiudere i siti che fanno campagna contro i vaccini come si fa con quelli pedofili”. È una provocazione dura quella di Mauro Cappelletti, presidente dell’Ordine dei Medici di Alessandria, ma rende appieno la gravità del tema in discussione. Attraverso lo strumento potente ma a doppio taglio di Internet, si sono moltiplicate a dismisura le teorie che identificano nelle vaccinazioni una fonte di pericolo per la salute pubblica, concentrandosi in particolare sulle fasce più deboli della popolazione come anziani e bambini. Esse stanno trovando sempre più consenso e, di conseguenza, provocando un calo non indifferente nelle percentuali della somministrazione di alcuni vaccini, causa di grande preoccupazione per i medici italiani e non solo. “Se le vaccinazioni scendono sotto l’85%”, spiega il presidente dell’cappelletti-sui-vaccini-2Ordine alessandrino, “riemergono con forza delle malattie cosiddette scomparse come la difterite, la poliomelite e la pertosse”. Gravi disturbi di salute ormai dimenticati da diverse generazioni grazie, appunto, alla diffusione capillare delle vaccinazioni, che ne hanno permesso il contenimento a uno stato di controllo. Messo in crisi, negli ultimi anni, da “una cultura anti vaccinale che va a colpire soprattutto i bambini, che rischiano di ammalarsi seriamente e di morire”. Quanto l’allarme lanciato dal mondo medico sia molto urgente, anche a livello locale, è stato dimostrato dalla manifestazione organizzata da Ordine, Asl e Azienda ospedaliera l’8 novembre a Palazzo Monferrato, nel corso della quale diversi camici bianchi della città si sono prestati a una sessione pubblica di vaccinazione, in questo caso antinfluenzale. Cappelletti ne rivendica il successo sia dal punto di vista mediatico che per quanto concerne il rapporto con i pazienti, che a suo parere hanno colto il significato dell’iniziativa. Tuttavia, tutto ciò non può bastare per contrastare una schiera antivaccinista che spazia da medici “alternativi” a improvvisati esperti, ai limiti della truffa od oltre di essi, e che sfrutta lo stato di debolezza fisica e psicologica che solo una malattia, per giunta seria, può provocare in una persona. Spesso, ricavandone un lauto lucro. “I medici da soli non ce la possono fare: lo Stato deve intervenire a livello nazionale”, chiede Cappelletti, il quale immagina una campagna di vigilanza del web, alla ricerca dei siti che promulgano comportamenti pericolosi per la salute pubblica (adottando, appunto, se necessario, soluzioni punitive come la chiusura). Inolte, si augura provvedimenti sulla falsariga di quanto fatto dalla Regione Emilia Romagna per l’accesso agli asili nido, oltre a campagne informative sulle malattie in questione al livello nazionale e locale.

Stefano Summa
@Stefano_Summa

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