Carlo Origo, uomo dai toni pacati e dallo sguardo gentile, è sempre di poche parole: “Che qui si lavori cercando di puntare sempre al meglio, è normale”.
Direttore del Dipartimento Pediatrico-Ostetrico (Pediatria, Chirurgia pediatrica, Ortopedia e traumatologia pediatrica, Ostetrica e ginecologia, Neonatologia e terapia intensiva neonatale, Neuropsichiatria infantile), guida uno dei due cuori pulsanti della sanità alessandrina. Il “Cesare Arrigo”, uno dei più antichi per nascita, è centro di riferimento per il Piemonte e capacità attrattive sul fronte ligure e lombardo.
La pandemia ha condizionato alcuni processi di sviluppo. A quali obiettivi si punta?
“Per il Dipartimento le novità sono gli arrivi dei dottori Fabio Sanguineti e Federico Schena e dalla struttura di chirurgia della mano, diretta da Nunzio Catena. Avranno un ruolo forte per potenziare l’attrattività del Dipartimento, dell’Infantile e dell’azienda ospedaliera. Poi – continua Origo – le importanti opere di rinnovamento strutturale previste già nel 2021. Partiranno le gare di ristrutturazione delle sale operatorie e degli ambienti, cui aggiungiamo il progetto mamma-bambino, che prevede di trasferire Terapia Intensiva Neonatale al ‘Civile’ e lo spostamento di Ostetricia, per unirle in un unico polo”.
La struttura sarà potenziata e vedrà l’introduzione di percorsi nuovi per rendere più facile la gestione di ambulatori, reparti e blocco operatorio. “Quello che sta per prendere corpo – spiega il dr. Origo – è un atto che testimonia il profondo legame fra Ospedaletto e territorio, con una donazione di 4.000.000 di euro che ha dato la spinta propulsiva. Ci saranno 5 sale operatorie, un blocco per l’anestesia e una diversa collocazione dei reparti: chirurgia al 2° piano, pediatria al 1°, ambulatori e Day hospital al piano terra “.
L’altra rivoluzione del ‘Cesare Arrigo’ sarà la creazione di un solo polo, trasferendo Terapia Intensiva Neonatale all’interno del ‘Civile’ (lavori in corso) e spostando Ostetricia.
“Il percorso ‘mamma–bambino’ va nella direzione di valorizzare entrambi, ottimizzando le strutture e il lavoro dei professionisti, creando un grande ambiente unico. Al ‘Cesare Arrigo’ il nuovo assetto interno consentirà la miglior gestione del lavoro pediatrico. Qui il paziente entra, viene curato, torna a casa ed è seguito per anni, durante l’intera crescita”.
E c’è anche tempo per la ricerca? “Sì. A volte sembra quasi strano riuscirci, ma è così. Si lavora in stretto contatto con l’Università del Piemonte Orientale e, come Dipartimento, abbiamo realizzato 35 pubblicazioni scientifiche, reperibili su Pubmed”.