MILANO (ITALPRESS) – Il futuro della diagnostica in medicina è destinato a incrociare sempre di più la strada dell’intelligenza artificiale. “Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella lotta alle patologie neurodegenerative è centrale. Una diagnosi precoce permetterebbe di iniziare il trattamento già nelle primissime fasi della malattia o addirittura prima ancora della comparsa dei sintomi” afferma Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde e promotore della rete EcoDigital. “L’Italia investe 10 volte di meno di Paesi come Francia e Germania e questo non è accettabile. Serve innovazione, il nostro Paese non deve restare indietro, serve rilanciare sempre più la sfida della transizione ecologica e digitale”.
Sono questi sono i propositi espressi da Pecoraro Scanio in occasione dell’incontro “EcoDigital: strategie per il futuro. Attivisti, startup, istituzioni e imprese per una transizione equa e sostenibile”, promosso dalla rete EcoDigital in collaborazione con W Executive e Youthquake, con media e communication partners Italpress e Opera2030, e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale, che si è svolto a Milano il 22 luglio e nel corso del quale sono intervenuti rappresentanti di Istituzioni, aziende innovative, docenti, best practice e startup.
Un annuncio sulle capacità italiane dell’intelligenza artificiale made in Italy è stato illustrato da Marco Marco Armoni (Associate Professor in Cybersecurity Innovation & Cloud presso la New York University e ricercatore sul tema) che sottolinea: “Sono orgoglioso di presentare il nostro progetto nato in italia che sviluppa una simulazione di rete neurale biologica utilizzando algoritmi ispirati ai neurotrasmettitori, con l’obiettivo di avanzare la ricerca neuroscientifica in medicina. Questo programma, che abbiamo progettato per apprendere in modo non supervisionato, emula il comportamento del cervello umano integrando diversi tipi di neuroni e sinapsi. Utilizzando neurotrasmettitori come glutammato, GABA, dopamina e serotonina, la nostra simulazione replica fedelmente i processi di comunicazione neuronale. Credo fermamente che questo modello possa aiutare a studiare i meccanismi cerebrali e a sviluppare nuove terapie per disturbi neurologici, offrendo un potente strumento per la ricerca medica e l’innovazione nel campo delle neuroscienze”.
mgg/gsl

Di