Circolazione libera delle persone, globalizzazione del lavoro, cervelli in fuga e cervelli di ritorno ma essere cittadini del mondo non è facile come sembra e come i media raccontano, soprattutto non è uguale in tutti i Paesi.
I social sono pieni di esempi accattivanti dai titoli ancor più affascinanti ma ingannevoli: “Mollare tutto e andare a vivere…” “Cambio vita…” “Girare il mondo gratis…” “Vivere a…” se però provi a simulare una situazione il risultato è completamente diverso.
Per andare a vivere in Germania, in Svizzera o in Svezia bisogna avere la residenza che viene data se si ha un contratto di lavoro ma il contratto di lavoro lo si ottiene se si ha la residenza. La soluzione è andare sul posto, mantenersi, cercare un lavoro qualsiasi, prendere la residenza e poi provare a cercare un lavoro più qualificato, tempo necessario per l’operazione, se si è fortunati ,almeno due anni. Altra storia se si parte attraverso l’università e soprattutto se si sceglie di finire gli studi o la specializzazione all’estero; inoltre, il requisito imprescindibile è imparare la lingua in breve tempo per poter aspirare a lavori più qualificati.
Se, invece, si conosce l’Africa e la si ama in tutte le sue sfumature si potrebbe scegliere di andare a vivere e lavorare lì, ebbene è molto difficile, in Nigeria, Laos, Congo, soltanto per citare degli esempi, i posti di lavoro qualificato sono riservati alla popolazione locale di ritorno dall’emigrazione dall’occidente, cioè, un medico di nazionalità nigeriana che ha studiato in Europa sarà privilegiato rispetto ad uno europeo a meno che questi non sia un volontario.
Tutti i Paesi del mondo hanno una caratteristica comune: siete i benvenuti se siete volontari o se portate capitali, soldi da investire, immobili da comprare, ma attenzione, nella maggior parte di essi se volete aprire una società, un’impresa dovete avere un socio locale, è così alle Seychelles, negli Emirati Arabi, in Egitto, soltanto per citarne alcuni.
Esiste sulla carta un istituto giuridico che si chiama patto di reciprocità tra le nazioni ma nei fatti non è così. La globalizzazione è più commerciale che reale ed essere cittadini, veramente, del mondo, è ancora assolutamente impossibile.
Fausta Dal Monte