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Appassionata di viaggi alla scoperta dell’ignoto, fotografia e grandi romanzi di viaggio, la giovane alessandrina Elisa Chiara, 27 anni, ha realizzato il suo sogno. L’ha fatto in Burkina Faso, uno dei paesi più poveri del mondo, dove si trova per un anno di servizio civile. Un compito vissuto con grande impegno e partecipazione.

Come ti sei avvicinata al mondo del volontariato?

Fin dalle superiori attirava il mio interesse e all’università ho avuto modo di approfondire temi di rilevanza internazionale, tra cui la questione migranti (ho fatto un’indagine di 13 mesi sui centri di identificazione ed espulsione).

Avevi pensato da subito al Burkina Faso?

Sì, volevo fare un’esperienza in Africa.

In cosa consiste il progetto cui partecipi (con Progettomondo Mlal, ndr)?

Si occupa del tema della malnutrizione materno-infantile. Sono svolte attività di formazione degli agenti comunitari di salute in 150 villaggi. Si cerca così di costituire all’interno delle comunità cellule di educazione nutrizionale, per contrastare il problema della malnutrizione.

“Credo fermamente che non potrò fermarmi mai più, una volta a casa”

Hai avuto problemi ad adattarti alla realtà burkinabè? Cosa ti manca di casa?

Il paese è molto ospitale, per cui non ho riscontrato difficoltà di adattamento, a parte le periodiche mancanze di acqua e di corrente elettrica, dovute di frequente al caldo. Ho ampliamente modificato il mio stile di vita, abituandomi a sostenermi con poche e semplici cose. Non ho cinema o TV ma Dano, la cittadina nella quale vivo, offre le sue occasioni di svago, come i maquis e le boite de nuit (il corrispettivo dei pub e delle discoteche nostrane). Di casa mi mancano l’odore di caffè al mattino proveniente dalla cucina, la mia adorata cagnolina Polly e le domeniche con la mia famiglia trascorse a preparare assieme cibi.

image1Che paese è il Burkina Faso?

Nonostante il suo indice di sviluppo economico sia molto basso, è un paese che riesce a trattare la sua povertà in maniera più che dignitosa. Le persone sembrano capaci di stare bene. Ovviamente, per quanto riguarda il welfare ci sono molte cose da mettere a posto, in primis i servizi sanitari. Per esempio, la farmacia di Dano non vende nemmeno i cerotti. Ci sono zone off limits per noi stranieri, come Banfora, la più attraente per la presenza delle cascate.

Cosa ti sta dando quest’esperienza?

Dal punto di vista personale è la più bella della mia vita. Per la prima volta riesco a sintetizzare in un anno il desiderio d’indipendenza economica e personale con la passione per i viaggi, la scoperta di terre lontane e la conoscenza dei popoli. Credo fermamente che non potrò fermarmi mai più, una volta tornata a casa. Se il disegno di Dio sarà favorevole al mio piano, vorrei continuare ancora per i prossimi 10 anni!

Stefano Summa

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