Coloro che la conoscono, pochi in Italia, lo sanno: la Cambogia è serenità, libertà, senso del decoro.
Ricorda l’Italia degli anni ’50 dove le maniere ed il garbo erano dominanti; dove i fidanzatini si tenevano per mano sulle panchine e si guardavano languidi, le ragazze, con le loro gonnelline a pieghe, erano sedute di traverso sul sellino del motorino del fidanzato. La Cambogia è così.
Natura strepitosa all’interno del Paese, giungla lussureggiante tra i templi dell’antica cultura khmer e sulle coste, spiagge deserte e selvagge. Un popolo brulicante ma sempre accogliente e garbato con scolari felici di andare a scuola nelle loro divise candide e mercati di pesce e frutta dai colori infiniti. Il clima è caldo umido ma la temperatura è vivibile tutto l’anno, non scendendo mai al di sotto dei 18°, il cibo è di ottima qualità e dalla colonizzazione francese ne ha subito l’influenza, infatti, la Cambogia, è il luogo dove si può gustare la raffinata cucina francese al prezzo più basso del globo.
Il turismo non è molto sviluppato ed è ancora un luogo sconosciuto ai più anche se negli ultimi anni c’è stato un incremento di visitatori, soprattutto, russi, australiani e sud-coreani. Le strutture sono di buon livello e il rapporto qualità-prezzo è notevole sia per gli alloggi che per il vitto. Una volta arrivati, dopo almeno 20 ore di volo dall’Italia – non poco – vale la pena girare il Paese non rimanendo soltanto nella capitale Phnom Penh e visitare le coste, le isole, i templi alla scoperta del paesaggio, della cultura khmer e ahimè anche della crudeltà testimoniata dalla storia del periodo dei khmer rossi.
Un viaggio, insomma, insolito per chi ha voglia di conoscere.
Fausta Dal Monte