La battaglia del grano è (forse) finita. Kiev e Mosca prossime ad un accordo.
Si è aperta una luce nel conflitto fra Ucraina e Russia. Il recente meeting, avvenuto ad Istanbul, fra le delegazioni militari di Kiev e Mosca, risultato della diplomazia turca e dello sforzo delle Nazioni Unite, sembra aver portato ad una speranza di intesa per la questione grano.
Le speranze future, fra ottimismi ed accordi possibili
«Passi significativi» sono stati definiti quelli ottenuti nella città turca da Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu. Il percorso, chiarisce Guterres, «Non è ancora completamente chiuso», ma il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, sembra ottimista sulla possibilità di una stesura finale dell’accordo entro la riunione prevista nella prossima settimana. L’idea è quella di creare un centro di coordinamento concordato fra le due nazioni, che sia in grado di gestire e garantire la sicurezza delle rotte per l’esportazione del grano dall’Ucraina. «Nelle prossime settimane delegazioni di Ucraina e Russia si vedranno di nuovo in Turchia, saranno esaminati tutti i dettagli e firmato il lavoro fatto» ha affermato, pieno di speranza, Akar. Parole confermate anche dal segretario Guterres, il quale, nel briefing tenutosi a New York ha dichiarato «In un mondo oscurato dalle crisi globali, oggi, finalmente, abbiamo un raggio di speranza».
Parole confortanti giungono anche da Kiev, a partire dal presidente Zelensky, il quale ha dichiarato «l’accordo è necessario non solo al nostro Stato, ma anche, senza esagerare, al mondo intero per scongiurare la gravità della crisi alimentare mondiale». Seguono le dichiarazioni del ministro degli esteri ucraino Kuleba: «Siamo a due passi dal raggiungimento di un accordo con la Russia». Sulla questione grano «siamo nella fase finale e ora tutto dipende da Mosca – ha aggiunto, rilanciando la palla al campo avversario – se lo vogliono davvero, le esportazioni di grano inizieranno presto». Dal canto loro, i russi sembrano anche essi disposti ad acconsentire allo scambio di grano, pur optando per una strategia della prudenza. «Le nostre condizioni sono chiare: dobbiamo avere la possibilità di controllare le navi per impedire qualsiasi tentativo di contrabbando di armi, e Kiev deve astenersi da qualsiasi provocazione» ha affermato Ilyichev, capo del dipartimento per i rapporti con le organizzazioni internazionali del ministero degli Esteri russo, garantendo la massima disponibilità dell’esercito per la creazione di corridoi sicuri nel Mar Nero.
Il grano in attesa e l’attesa del grano
Mentre la lenta, ma inesorabile, avanzata russa prosegue nel Donetsk, oltre 130 navi mercantili cariche di grano sono bloccate nel Mar Nero, in attesa di accedere al Danubio. L’obiettivo sono i porti rumeni, dai quali gran parte dei rifornimenti potrebbe essere trasferito ed indirizzato verso le diverse destinazioni. A soffrire di più la mancanza dei rifornimenti, come più volte ricordato, sono i Paesi in via di sviluppo dove vere e proprie crisi alimentari si stanno verificando, ai danni, come sempre, della popolazione civile. Anche dall’Unione Europea arrivano alcuni primi (timidi) segni di buona volontà. Bruxelles ha dichiarato l’apertura dei carichi di merci dirette all’exclave russa di Kaliningrad, in Lituania, precedentemente motivo di tensione fra l’Ue e la Russia. «Il transito di merci sanzionate su strada con operatori russi non è consentito dalle misure dell’Ue. – ha ricordato la Commissione europea, aprendo però al transito ferroviario – Non esiste un simile divieto per il trasporto ferroviario, fatto salvo l’obbligo degli Stati membri di effettuare controlli efficaci».
Un’occasione da non perdere
La costruzione di una piattaforma di intesa fra le parti belligeranti è una prima ed importante occasione di relazione diplomatica matura e costante fra le due parti. Questa sembra essere la speranza di tutti quelli che, come la segreteria generale delle Nazioni Unite, ambiscono veramente ad un progetto di pace. L’opportunità presentata dal tavolo permette di immaginare un percorso diplomatico possibile, laddove numerosi tentativi passati sono stati fallimentari. In questo presunto “accordo del Bosforo”, la Turchia, ancora una volta, ha dimostrato di essere un partner diplomatico di primissimo spessore, in grado di giocare un ruolo fondamentale negli equilibri geopolitici europei, tristemente molto di più dell’allineata Europa. L’accordo per il grano rappresenta un primo passo di intesa, per la costruzione di un delicatissimo equilibrio politico che, pur estremamente complesso, ora si trova tra le mani la possibilità di giocare una carta dal forte peso economico. Speriamo solo che venga giocata bene.
Daniele De Camillis