È in corso, per la prima volta in un paese arabo, l’esposizione universale EXPO 2020 Dubai, United Arab Emirates. Previsto per l’anno passato, la pandemia ha fatto slittare questo importante appuntamento per la comunità internazionale. Dal 1º ottobre 2021 al 31 marzo 2022 Dubai ospiterà i padiglioni e i delegati di 192 nazioni, allestendo un sito di oltre 400 ettari su un nuovo quartiere finanziario collocato a sud-ovest della città al confine con Abu Dhabi. Con un flusso previsto di 25 milioni di visitatori, la capitale finanziaria del mondo arabo non si è lasciata scappare l’ottima occasione di festeggiare in pompa magna il 50º anniversario dalla fondazione degli Emirati Arabi Uniti. Il tema principale dell’Esposizione è: Connecting Minds, Creating the Future (Collegare le menti, Creare il Futuro), richiamando il nome arabo della città, al-Wasl, che significa “collegamento”. Dal tema principale si diramano i tre sottotemi: Opportunità, Sostenibilità e Mobilità a cui fanno riferimento i tre distretti tematici che partono dallo spazio centrale, con padiglioni tematici a forma di souk arabi. Missione possibile è il padiglione delle opportunità, Alif- il quello della mobilità e Terra per la sostenibilità, di cui fa parte anche quello italiano. Al confine di questi tre enormi petali, infatti, hanno luogo i padiglioni nazionali, fa cui quello italiano, Progettato da Carlo Ratti, Italo Rota, Matteo Gatto e F&M Ingegneria, e posto accanto a quelli dell’India, della Germania, dell’Arabia Saudita, del Giappone e degli Stati Uniti.
Il “Global Interfaith Summit” e la “Global Tolerance Alliance”, gli strumenti del dialogo e della convivenza pacifica.
Fra gli eventi organizzati da Expo 2020, risalta quello dedicato alla Tolleranza e all’Inclusione, temi ai quali è dedicata la settimana che dal 16 novembre vede ospitare, nel padiglione Italia, il Global Interfaith Summit. Un futuro sostenibile è possibile solo all’interno di una società tollerante e fraterna, per questo motivo, tutti «gli uomini di fede sono chiamati a collaborare per costruire un mondo in cui ciascuno si prende cura dell’altro», a partire «dall’ambiente e dalla società», un mondo in cui gli affari non siano posti a discapito «dell’ecosistema naturale», con queste parole interviene al summit Paul Hinder, vicario dell’Arabia meridionale (Emirati, Oman e Yemen) e amministratore apostolico con sede vacante dell’Arabia settentrionale (Kuwait, Arabia Saudita, Qatar e Bahrain). Durante il suo intervento, dal titolo “Multilateralismo e fraternità: il percorso verso una società coesa” mons. Hinder ha sottolineato l’importanza delle religioni nella storia che, se molte volte spesso sono state «causa di divisioni», oggi sono chiamate alla priopria «missione ultima», ovvero quello di ricordare a tutti gli esseri umani «le origini comuni e la destinazione comune». Forte il richiamo allo storico documento sulla “Fratellanza umana” siglato nel febbraio 2019 fra l’imam al-Azhar e papa Francesco, segno dello sguardo compassionevole e di fratellanza proprio del santo di cui il Papa ha preso il nome: «La storia del santo di Assisi è una lezione importante – prosegue mons. Hinder- poiché ricorda a ciascuno di noi la responsabilità di andare a cercare il proprio fratello e sorella. Questi ultimi possono essere persone che vengono in nostro aiuto o qualcuno che può avere bisogno della nostra assistenza. Ogni volta che ci troviamo di fronte a un bisogno, questo ci permette di esprimere quel potenziale di fraternità che è racchiuso all’interno di ciascuno di noi», solamente se rispondiamo a tale potenziale di fratellanza potremmo edificare «ecosistemi sani e società coese». A tal fine è stata lanciata la “Global Tolerance Alliance”, una alleanza internazionale realizzata attraverso una nuova piattaforma con l’obiettivo di promuovere la convivenza pacifica e la tolleranza nelle nostre società. L’iniziativa, fortemente voluta dal ministro Nahyan bin Mubarak Al Nahyan, Ministro della Tolleranza e della Coesistenza degli Emirati Arabi Uniti, è stata salutata con vibrante entusiasmo da Nahyan stesso, il quale ha presentato come modello di tolleranza e inclusione proprio gli Emirati Arabi Uniti: «Gli Emirati Arabi Uniti festeggeranno il prossimo Giubileo dei 50 anni, condividendo la propria esperienza di nazione pacifica e prospera, dove vivono in armonia più di 200 nazionalità». Al lancio della piattaforma presente anche la viceministra degli Esteri Marina Sereni, che in nome dell’Italia, ha accolto con gioia l’iniziativa di apertura e di collaborazione fra culture diverse, in grado con il dialogo, di superare insieme eventuali incomprensioni.
Daniele De Camillis