Stefano, di Novi Ligure è salito sullo scalino più alto del podio nella corsa 60 metri degli “Oncology Games” di Roma, 9”04 il suo tempo, sfoggiando con orgoglio la maglia dell’Associazione A.I.G. Un’organizzazione senza scopo di lucro nata nel 2006 per iniziativa di un piccolo gruppo di pazienti e familiari, tra cui anche l’oncologa Federica Grosso, che hanno voluto attraverso l’Associazione favorire la conoscenza sulla malattia e sui suoi problemi, sensibilizzare l’opinione pubblica e migliorare il percorso diagnostico e terapeutico dei pazienti affetti da GIST.
Stefano, in cura dalla dottoressa Federica Grosso dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, è uno dei 35 atleti – tutti pazienti oncologici – che hanno partecipato alla recente iniziativa romana: un evento finalizzato alla promozione dello sport e dell’attività fisica, che ha visto il coinvolgimento di pazienti oncologici di vari Stati Europei, che hanno partecipato a gare di corsa, lancio del peso e nordic walking, dimostrando che lo sport può aiutare ad affrontare la malattia oncologica in modo positivo e può contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti.
“I GIST – spiega Federica Grosso – sono tumori stromali gastrointestinali – (dall’inglese GastroIntestinal Stromal Tumors) che si sviluppano in tutti gli organi del tratto gastrointestinale, dall’esofago fino al retto. In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 1000 nuovi casi di GIST di cui circa 1 su 3 è già diffuso agli altri organi. Originano da un tipo particolare di cellule che funzionano da “pacemaker del tratto gastrointestinale” segnalando all’intestino quando contrarsi coordinando le contrazioni automatiche delle pareti. L’età di insorgenza è in genere compresa tra i 50 e i 70 anni anche se possono colpire anche pazienti in età pediatrica. Sono noti per essere stati i primi tumori solidi per cui è stata individuata una terapia a bersaglio molecolare, imatinib (Glivec), che blocca selettivamente una proteina responsabile della proliferazione incontrollata del tumore e che ha cambiato la storia naturale della malattia consentendo sopravvivenze a lungo termine con il mantenimento di una ottimale qualità della vita. Imatinib ha rivoluzionato il trattamento di questi rari tumori, appartenenti alla famiglia dei sarcomi dei tessuti molli”.