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Con il termine “Industria 4.0” s’intende l’impiego di nuove tecnologie per incrementare la produttività e la qualità, migliorando le condizioni di lavoro.

Alla base dell’industria 4.0 vi sono tre concetti fondamentali: macchinari connessi alla rete, analisi delle informazioni ricavate dal Web, sviluppo e miglioramento della gestione produttiva. Si parla, così, della “quarta rivoluzione industriale”.

tecnologie

L’industria 4.0 diventa, quindi, un’eccellente possibilità di crescita. “Investire per crescere” è, infatti, uno dei motti di questo nuovo approccio tecnologico impiegato dalle aziende. Tutto questo a che prezzo?

Il dubbio principale riguarda l’occupazione e la perdita di posti di lavoro. Uomini sostituiti da macchine: questa è la paura. Numerose sono le ricerche condotte per rispondere a questo quesito ed i risultati sono stati differenti. Spaventa, infatti, il rapporto della Commissione lavoro del Senato: il 10% dei lavoratori potrebbe essere sostituito dai robot. Un’altra informazione emersa è che circa il 44% dovrà necessariamente modificare le sue competenze, in vista di un approccio innovativo.

In difesa dell’industria 4.0 bisogna tener presente che, sì, molti posti di lavoro andranno perduti, ma ne saranno creati di nuovi. Le competenze dei lavoratori dovranno, infatti, essere aggiornate, affinché vi sia anche un progresso professionale.

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Le maggiori perdite causate dall’Industria 4.0 riguarderanno i lavoratori appartenenti all’amministrazione e alla produzione. Le cifre ammontano rispettivamente a 4,8 ed 1,6 milioni di posti perduti. Perdite in parte compensate dall’area finanziaria, dall’informatica, dall’ingegneria e dal management. Nel 2020 la capacità di problem solving sarà ancor più ricercata, in favore del pensiero critico e della creatività: peculiarità umane che i robot non sono ancora riusciti ad eguagliare.