Andrea Cancelli

Il 95% della popolazione mondiale soffre di mal di schiena.

Il 95% della popolazione mondiale soffre di mal di schiena, dolori diversi tendenti a cronicizzarsi o che si ripresentano. Ne abbiamo parlato con Andrea Cancelli, massofisioterapista, osteopata di Ovada del centro Sportmed.

 

Qual è il ruolo dell’osteopata?

L’osteopata lavora sul fisiologico, ripristina la normalizzazione articolare, muscolare e dei tendini attraverso terapia manuale.  L’osteopatia è complementare alla medicina a supporto e completamento della stessa ma non può fare diagnosi in quanto stretta competenza del medico.

Come si riconosce un buon osteopata?

Oltre agli studi si riconosce un buon osteopata dalla serietà, i risultati devono arrivare al massimo dopo tre/cinque sedute; se non c’è giovamento io rimando ad altri specialisti, vuol dire che non si è inquadrato il problema. Inoltre l’osteopata non prescrive farmaci perché non è un medico.

In cosa consiste una seduta?

Come mi ha insegnato il mio vecchio maestro Richard la visita inizia dalla sala d’attesa, da come il paziente sta seduto e si alza. Bisogna poi fare l’anamnesi, una serie di movimenti e di palpazione per capire da dove parte tutto.

Quali dolori cura l’osteopatia?

Le patologie si riferiscono spesso al rachide, alla colonna vertebrale, quindi dal torcicollo all’ernia del disco, dai dolori alla spalla, all’epicondilite, alla sciatica. Inoltre vediamo anche molti pazienti post traumatici che non hanno risolto i loro problemi o si trascinano sintomi conseguenti ad incidenti.

Andrea Cancelli si è diplomato in massofisioterapia a Torino e si è specializzato in Francia e in Belgio, punta sempre sull’aggiornamento e propone metodi innovativi, tra cui due in particolare lo Stecco e Atlasprofilax. Cosa sono?

E’ una manipolazione fasciale con tecnica manuale digito-pressoria che lavora su alcuni spazi muscolari permettendo il movimento in pochissimo tempo. Inoltre noi siamo l’unico centro in Italia, oltre a Bressanone, che usufruisce di un altro metodo, l’Atlasprofilax, una manipolazione che si fa una sola volta nella vita, usando degli strumenti specifici per curare cefalea, vertigini, fibromialgia posturale legata alla connettività.

Perché ha deciso di fare questa professione?

Da ragazzo giocavo a palla a volo e i dolori erano all’ordine del giorno, ricordo ancora quando dissi ai miei genitori di voler fare questa professione; la passione è tanta e se non fossi diventato un osteopata avrei fatto qualsiasi lavoro, ma la determinazione e l’impegno hanno fatto sì che diventassi esattamente quello che volevo.

Ci sono delle controindicazioni?

Un osteopata non lavorerà mai su un paziente con febbre, tumori e dolori notturni resistenti ai farmaci, non è di nostra competenza; dopo un trattamento ci può essere una sensazione di spossatezza e sonnolenza ma passa in breve tempo. L’approccio con il paziente deve essere a 360 gradi, lo seguiamo anche dopo la seduta e se ci chiama siamo sempre disponibili, il dolore ha sede nei ricettori del cervello è quindi fondamentale rapportarsi con il paziente anche sotto l’aspetto neuro-psicologico.

Ricorda un caso particolare?

Una signora che a seguito di un incidente aveva dolori da 20 anni, con una sola seduta il giorno dopo non aveva più nulla, si mise a piangere dalla felicità e io con lei per riaverle dato la qualità della vita. Ogni volta che posso dare benessere a un essere umano mi sento soddisfatto come professionista e come persona.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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