La Chirurgia generale dell’ospedale di Alessandria dopo avere fatto i conti con l’emergenza pandemica (il reparto è stato riconvertito, come altri, per i malati covid durante la fase di maggiore criticità), adesso è tornata alla normalità ed è pronta ad accogliere gli studenti del terzo anno del corso di laurea di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale che a marzo entreranno in corsia. Per loro sarà l’occasione per passare dalla teoria alla pratica e si confronteranno subito con una realtà che lavora in modo multidisciplinare e interdisciplinare con altre specialità. «Oggi la chirurgia deve operare in questo modo, sfruttando al meglio la tecnologia e l’intreccio delle specialità per una gestione globale del paziente» osserva Fabio Priora, direttore della Chirurgia generale, quella che gli studenti (quattro a rotazione, rimarranno in reparto per due settimane) inizieranno a conoscere con un approccio che Priora ha ben chiaro: «La prima cosa che dovranno imparare, perché è quella che fa la differenza, è la relazione con il paziente, con una persona che non ha nulla a che fare con la semplice malattia che si studia sui libri, perché è un essere umano con le sue complessità e le sue patologie. La chirurgia, da quella tradizionale a quella laparoscopica e robotica, non è unicamente tecnologia, bensì gestione complessa di un paziente che è diverso da altri proprio per la specificità della terapia cui è sottoposto. Per uno studente di medicina – aggiunge il direttore – scoprire in corsia cos’è la chirurgia è fondamentale non solo per le scelte future di specializzazione, ma per imparare come il rilievo e lo studio dei segni che orientano verso la diagnosi, la semeiotica che è al centro di questa fase dello studio universitario, vanno combinate con la clinica».
L’arrivo degli studenti stimola anche la memoria e i ricordi. «Mentre stavo preparando il percorso di tutoraggio insieme ai colleghi – racconta Fabio Priora – ho ripensato al mio primo ingresso in ospedale, avvenuto nel settembre del 1992 quando stavo frequentando il quarto anno di medicina. Chissà se si sentiranno emozionati come ero io»?
Le regole oggi sono diverse. L’ingresso in ospedale al terzo anno del percorso di studio per lo svolgimento del tirocinio, finalizzato all’esame di Stato, dal 2018 è stato anticipato al periodo curriculare perché gli studenti devono imparare l’attività pratica e concludere questo percorso al sesto anno. Il tirocinio conferisce allo studente sessanta crediti formativi di attività professionalizzante sul totale dei 360 previsti per l’intero corso di laurea. Una volta non era così. Fabio Priora racconta come il primo contatto con la chirurgia di Alessandria sia stato frutto sostanzialmente di un caso. «Stavo riflettendo in quel periodo sulle scelte future, su quale strada scegliere ed ero incerto. Ne parlai con il medico di famiglia che decise di fare una telefonata in ospedale, per chiedere se potevo fare il tirocinante in un reparto. La risposta fu positiva. Il reparto era la chirurgia e la persona che mi accolse in corsia – prosegue Priora – era il primario Giuseppe Spinoglio. In poco tempo mi innamorai delle chirurgia, alternavo lo studio alla presenza in corsia, avevo trovato finalmente la mia strada. Spero che agli studenti che da marzo entreranno in ospedale accada la stessa cosa. Che imparino a sviluppare la relazione con il paziente, con i professionisti e con un ambiente ad alta complessità, come l’ospedale di Alessandria, in grado di dare vita a una esperienza formativa completa».