Tra gli effetti positivi della pandemia da coronavirus c’è stata l’accelerazione di processi tecnologici e di innovazione al servizio della sicurezza per pazienti e operatori. È avvenuto in molti settori produttivi, ma è successo anche nella sanità. Come dimostra l’applicazione informatica ormai di uso quotidiano nella struttura di Malattie dell’apparato respiratorio dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria diretta da Mario Salio. Il diario clinico elettronico è una realtà da diversi mesi, da quando, durante la prima emergenza pandemica, è emerso, fra i mille problemi e le enormi difficoltà gestionali, anche quello dell’elevato rischio di contagio legato alla manipolazione delle cartelle cliniche tradizionali. Fogli di carta che per essere gestiti in sicurezza dovevano restare al di fuori dell’area contaminata e quindi lontano dal paziente durante la visita. Rappresentavano infatti un potenziale veicolo di contagio se introdotte nella camera del paziente positivo al Covid benché tutto il personale fosse dotato di ogni genere di dispositivo di protezione. «Quando sono arrivato – racconta Mario Salio, direttore della struttura da meno di un anno, in precedenza ha lavorato per molti anni al ‘San Martino’ di Genova – c’erano le normali cartelle cliniche su carta. Ben presto ci siamo resi conto che potevano rappresentare un problema e una difficoltà in più nella gestione dei pazienti. Per garantire la massima sicurezza era necessario adottare rigide misure nel passaggio dalla corsia agli studi medici e alla segreteria che avevano come effetto l’allungamento dei tempi della comunicazione. È stato in quel momento che abbiamo deciso di passare alle cartelle elettroniche. Il sistema informatico dell’Azienda era perfettamente pronto a supportarle e non abbiamo fatto altro che introdurle, come avviene in altri reparti e in altri ospedali».
La presenza di pazienti Covid impone la netta separazione dal resto della struttura, vi sono zone ‘sporche’ e zone ‘pulite’, ma soprattutto è essenziale la rapidità della comunicazione interna e la condivisione rapida delle informazioni tra tutti o professionisti che si prendono cura del paziente. Medici e infermieri devono essere in grado di scambiare informazioni in tempo reale, chiedere consulti in pochi minuti, aggiornare costantemente i dati dei ricoverati. Ecco allora la seconda intuizione: collegare il portatile usato in corsia al computer del reparto attraverso una delle piattaforme per videoconferenza disponibili sul web che permettono agilmente il trasferimento di dati e immagini. L’applicazione è stata scaricata e ha subito permesso di lavorare «con la massima rapidità, efficacia e, soprattutto, in totale sicurezza» commenta Salio. Vero che non è stato inventato niente, ma è altrettanto vero che è stata usata in modo mirato la tecnologia, insieme agli strumenti informatici, a disposizione. La carta è scomparsa in poco tempo, come sarebbe comunque accaduto, però con una tempistica decisamente imprevista. E nello stesso modo è stato ottimizzato l’uso di portatili, tablet e computer non solo per la tenuta della cartella clinica, ma anche per migliorare la velocità della comunicazione fra gli operatori sanitari e, di conseguenza, garantire una ancora migliore assistenza ai pazienti.