Gli studenti si misureranno con una specialità per la quale conta molto il cuore
«Il mio primo giorno da studente? Il camice bianco, appena acquistato, il fonendoscopio in tasca e la biro del taschino. E molta, moltissima, emozione. La stessa che provo oggi, perché quello che si avvicina è un momento storico per Alessandria e l’ospedale. E un momento di grande responsabilità per noi tutor». Aldo Bellora, direttore della Geriatria (23 posti letto, una media di circa novecento pazienti all’anno; è l’unico reparto strutturato nel Piemonte orientale) dell’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’, aspetta gli studenti del terzo anno del corso di laurea di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale che a marzo faranno il loro ingresso in corsia. Saranno quattro per volta, a rotazione, che per due settimane svolgeranno il tirocinio in Geriatria, dove è stato anche ricavato uno spazio che funzionerà come base di appoggio per tutti gli studenti. «Abbiamo alcune stanze a disposizione che in questo periodo possiamo riservare agli universitari che così potranno muoversi più liberamente all’interno dell’ospedale» aggiunge Bellora. E così, in questa ala del secondo piano dello storico edificio, i giovani si misureranno con una specialità per la quale conta molto il cuore, inteso «come umanità, fondamentale nell’approccio al paziente». Perché «senza il cuore – sottolinea Bellora – il lavoro del medico, pur perfetto dal punto di vista tecnico, è un compito fatto a metà».
Quella del tirocinio è una fase delicata ed essenziale nel percorso formativo del medico, durante la quale si devono costruire i fondamentali della professione. Bellora ha svolto l’intera carriera al ‘Santi Antonio e Biagio’. E si ricorda perfettamente del suo primo ingresso nel nosocomio. «Fu Giovanni Maconi, primario della prima chirurgia, ad accogliermi nel suo reparto, e oggi il figlio, Antonio, direttore dell’Irfi, è l’anello di congiunzione fra l’azienda ospedaliera e l’Università del Piemonte Orientale. Molti dei medici che hanno lavorato, e che ancora oggi svolgono la loro attività in ospedale, e non solo, sono stati formati sul campo da nomi come quelli dei professori Manai, Martinetti, Mortara, Pino che erano i primari delle Medicine dell’ospedale. Essere ora nella stessa posizione – prosegue Aldo Bellora – mi carica di una responsabilità davvero grande».
Gli studenti in corsia significano responsabilità, ma anche opportunità. «Per i tutor – risponde – è responsabilità, certo, ma sono anche una opportunità per tutti noi perché saremo chiamati a svolgere un “ripasso” delle pratiche e delle manovre che eseguiamo quotidianamente in modo automatico, confrontandoci con chi, domani, entrerà nei reparti al termine del percorso di studio e formazione».