Si è inaugurato a Novara il secondo dei due laboratori regionali attrezzati per far fronte all’emergenza dei test molecolari per il Covid-19. È stato allestito con strumentazione particolare, diversa da quella dei laboratori ospedalieri, e funzionante con qualsiasi tipo di reagenti presenti sul mercato. L’obiettivo è quello di eseguire fino a mille test giornalieri a supporto dell’attività di monitoraggio e di diagnosi. Il personale impiegato ha una competenza tecnologica in grado di modulare in modo appropriato la strumentazione; afferisce all’Università del Piemonte Orientale, in modo particolare dal CAAD – Centro di Ricerca Traslazionale sulle Malattie Autoimmuni e Allergiche, diretto dal professor Claudio Santoro. Il laboratorio è stato attrezzato grazie alle risorse della Regione Piemonte, di Intesa Sanpaolo e di Assicurazioni Generali.
«Se a marzo abbiamo dovuto affrontare una situazione di estrema emergenza – ha detto il sindaco di Novara Alessandro Canelli – oggi siamo molto più preparati per un’eventuale, ma certo non auspicabile, nuova ondata. E questo laboratorio ne è la conferma: oggi è più che mai è necessario mettere in atto quante più verifiche possibili. Lo si sta facendo dalla riapertura delle scuole per le quali l’Asl sta lavorando a ciclo continuo e in modo molto efficace. Sono fondamentali, in questa fase, i comportamenti individuali che possono contribuire fortemente a circoscrivere il problema. Ma soprattutto è necessario proteggere le strutture sanitarie: il nostro ospedale ha già pagato un prezzo molto alto la scorsa primavera quando a causa del Covid sono state bloccate tante altre importanti attività dell’hub del Piemonte Orientale. L’auspicio, a questo punto, è che, con spirito di collaborazione e responsabilità, tutto il quadrante lavori per un’organizzazione più razionale del nostro sistema sanitario.»
«Stiamo portando a termine un lavoro che è stato difficile perché non è semplice far partire un laboratorio di questo genere – ha detto l’assessore all’Innovazione e alla Ricerca Covid, Matteo Marnati –. Noi siamo fortunati ad avere ottime università che durante il periodo della pandemia ci hanno aiutato. Era necessario avere questi due laboratori, quello fratello di La Loggia e quello di Novara. Questo partirà da domani con i primi test e poi piano piano arriveremo alla soglia di 1000 tamponi al giorno. Da maggio, quando è finito il lockdown c’è stato un calo durante il periodo estivo ma adesso stiamo raggiungendo livelli massimi, ieri sono stati fatti circa 8000 tamponi ma possiamo crescere fino a 15mila. C’è una crescita esponenziale e cresceranno nei prossimi giorni (dal 28 settembre al 4 ottobre sono stati fatti 36.195 tamponi, ndr).»
L’assessore ha poi commentato alcune schede sull’evoluzione della pandemia in Piemonte. «L’evoluzione dei casi dal 17 febbraio mostra che c’è un inizio di nuova fase crescente, anche se siamo ancora a livelli bassi. Dal 20 luglio, momento in cui sono state riaperte le frontiere e ci sono stati casi importati dall’estero ma anche dalla Sardegna, il Piemonte è stata la regione più colpita. Mentre nel periodo di aprile ad essere maggiormente colpita era la fascia degli ultrasessantacinquenni, oggi è quella che va dai 15 ai 24 anni, e, a scalare, quella tra i 25 e i 64 anni. Diversamente da prima, ora c’è una percentuale molto alta di asintomatici: in Piemonte i due terzi dei contagiati sono asintomatici, la curva sta crescendo e ci aspettiamo un picco a fine ottobre, novembre. E sta crescendo lentamente anche la curva dei posti letto occupati da pazienti Covid.»
«Oggi – ha concluso l’assessore – l’unico mezzo più attendibile per capire se una persona è contagiata oppure no, è il tampone virologico. Abbiamo ordinato un milione di test rapidi che però verranno utilizzati per lo screening soprattutto all’interno delle scuole. Ad oggi è necessario avere questo tipo di laboratori, non abbiamo altre tecnologie o altre strutture che ci possano dare una certezza. Cercheremo di testare più persone possibili, 1000 test a laboratorio, (in quello “fratello” de La Loggia, inaugurato agli inizi di settembre) e, da domani, in quello novarese. Stiamo lasciando al Piemonte strutture utili sia oggi che in futuro perché i macchinari acquistati e portati in questi laboratori non servono solo per il Covid ma anche per tutte le patologie di virus».
«Da oggi – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – i laboratori per processare i tamponi in Piemonte salgono a 28. Ne avevamo ereditati solo 2 a inizio pandemia, in grado di analizzare poche centinaia di test al giorno. In questi mesi con uno sforzo enorme li abbiamo moltiplicati e, adesso, grazie al nuovo laboratorio di Novara attivato in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale, in grado di processare fino a 1000 tamponi al giorno, siamo vicini a un potenziale quotidiano di 15 mila test. Un grazie particolare al prezioso supporto di Intesa Sanpaolo e Generali che hanno contribuito in modo determinante all’apertura di questo laboratorio, insieme a quello di La Loggia curato dall’Arpa che oltre alle analisi per la popolazione verificherà la presenza del virus nell’acqua e nell’aria».
«Desidero innanzitutto esprimere soddisfazione per questo risultato – ha detto il rettore dell’Università del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi – raggiunto da un Centro relativamente “giovane” come il CAAD: in pochi anni il Centro di Ricerca Traslazionale sulle Malattie Autoimmuni e Allergiche è diventato un’eccellenza del nostro territorio ed è proiettato a diventarlo anche a livello nazionale. Siamo orgogliosi di poter contribuire alle capacità di analisi diagnostiche del sistema regionale, pur nella consapevolezza che i mille tamponi al giorno che il laboratorio potrà eseguire siano una parte relativamente ridotta rispetto alle necessità complessive della Regione.»
«La ricerca universitaria, tuttavia, rimane ancora troppo sottofinanziata – ha continuato il professor Avanzi – e colgo questa occasione inaugurale per annunciare che una parte degli introiti che deriveranno dalle analisi dei tamponi sarà reinvestito in ricerca per combattere il COVID-19. In questo senso, per avere risultati migliori e per evitare di ritrovarci nella situazione emergenziale e drammatica di marzo e aprile, è necessario un coordinamento regionale forte.»