Sarà la comicità surreale e pungente di Paolo Migone a chiudere la rassegna del Teatro Sociale di Valenza “Morire dal ridere”.
Il comico toscano scarmigliato e con l’occhio nero metterà il dito nella piaga delle nostre relazioni uomo-donna così fortemente irrisolte portando in scena, sabato 26 maggio, “Completamente Spettinato”, uno spettacolo che racconta l’innamoramento e l’amore riportandoli sul piano della realtà quotidiana, fatta di incomprensioni, gelosie, rancori e anche cattiverie.
In “Completamente spettinato”, Migone racconta l’eterno gioco tra uomini e donne, in chiave autobiografica e attraverso il filtro della sua comicità corrosiva. Sul palco si affollano così vari personaggi, alcuni appartenenti alla vita personale dell’artista, altri alla storia, il tutto presentato all’interno di una scenografia essenziale sulle tavole del palcoscenico.
Protagonista è la parola mordace, a volte irriverente nello stile di questo puro toscano, e la musica che accompagna e scandisce i tempi scenici e di narrazione creando forti suggestioni e picchi emotivi.
In questo spettacolo alla risata spontanea si alternano momenti di riflessione sul teatro e sulla sua finzione, sulla vita e sulle esperienze che la segnano e la condizionano.
Biglietti di ingresso: intero 15 euro (acquistabili anche in prevendita online con scelta del posto a euro 16.50 su www.liveticket.it/valenzateatro); ridotto (Soci Coop; abbonati alla stagione teatrale APRE) 10 euro
La rassegna “Morire dal ridere” porta la firma alla Direzione Artistica di Roberto Tarasco, l’organizzazione è di Angelo Giacobbe /Coop CMC e il coordinamento di Marta Cazzulo.
Paolo Migone, cabarettista toscano, approda a Zelig dal 2000. Forte di un’esperienza teatrale di anni, camaleontico, dallo stile visionario, sul palco ha la capacità di raccontare, attraverso una gestualità essenziale, situazioni e immagini rievocandole con l’ausilio di uno stile di scrittura sobrio e di grande impatto. Attore, regista e autore teatrale e televisivo, Paolo Migone usa come filtro la sua comicità corrosiva, la sua inimitabile mordacità toscana che caratterizza uno stile inconfondibile. Il suo argomento preferito è l’eterno gioco fra uomini e donne che, pare, fornirgli spunti creativi inesauribili con un occhio sempre attento ai costumi contemporanei, alla realtà del suo tempo. Le sue verità, il suo punto di vista passano attraverso il clima surreale che Migone riesce magicamente a ricreare in ogni sua esibizione. Mettetelo su un palcoscenico ed il palcoscenico diverrà una fucina di invenzioni senza sosta. Non ha confini nella sua fantasia, ci sorprende con continue deviazioni della narrazione, ci illumina con trovate verbali, ci folgora con lampi di improvvisazione, corre con l’umorismo come un torrente in piena percorre la valle, risaie, maremme, dirupi, prati fioriti e quando arriva al mare, il mare non sa più che pesci pigliare.
Nel suo spettacolo c’è verismo, surrealismo, malinconismo, risatismo, è un labirinto intricato come la mente di Paolo Migone, nella quale ci si può infilare senza paura, perché in fondo si trova sempre l’uscita…o l’entrata di un nuovo labirinto.