È stato pubblicato lo scorso maggio a cura della casa editrice Petite Plaisance di Pistoia il nuovo saggio a tema cinematografico di Barbara Rossi, dal titolo “Recitare il tempo. Le voci della Heimat di Edgar Reitz”.
Dopo “Anna Magnani. Un’attrice dai mille volti tra Roma e Hollywood” (Le Mani, 2015) e “Edgar Reitz. Uno sguardo fatto di tempo” (Bietti, 2019), l’autrice approfondisce alcuni temi già parzialmente affrontati nel volume precedente, dedicato a uno dei più prestigiosi registi del Nuovo Cinema Tedesco degli anni Sessanta, arricchendo e completando la sua prospettiva critica attraverso interviste esclusive con Edgar Reitz e con gli attori protagonisti della saga di “Heimat” (definita da alcuni ‘la madre di tutte le serie’), da Salome Kammer a Henry Arnold a Marita Breuer.
Impreziosiscono il volume la prefazione a cura di Henry Arnold, l’introduzione di Cristina Jandelli, studiosa del divismo cinematografico e docente di cinema all’Università di Firenze, la postfazione di Sergio Arecco, critico cinematografico e traduttore, e un’appendice di Michele Maranzana, docente di filosofia.
I temi principali sono il concetto di tempo narrativo e il suo originale intreccio – nel ciclo di “Heimat” – con la recitazione degli attori e le loro biografie personali.
Attraverso l’ascolto delle molteplici voci attoriali che hanno dato vita allo stra-ordinario racconto di “Heimat” – portato avanti con inesausta energia creativa dal regista, dal 1984 al 2013 – è possibile riuscire a riconoscere anche le ulteriori e spesso trascurate voci intimamente legate al significato di ‘patria’, di nascita o d’elezione, a cui Reitz ha dato corpo nella sua ‘opera-mondo’.
Voci sempre più potenti e – a tratti – minacciose nella Germania e nell’Europa di oggi, solcate da fratture, violenze ed estremismi in chiave nazionalista che sembravano ormai appartenere al passato.
“Recitare il tempo. Le voci della Heimat di Edgar Reitz” risulta, in questa prospettiva, un testo di grande attualità, la cui riflessione si spinge ben oltre la dimensione propriamente cinematografica, per condurre il lettore e, insieme, lo spettatore a inoltrarsi nei meandri del Tempo, della Storia, della memoria, di tutto ciò che – anche in chiave esistenziale e filosofica – ci fonda e viene da noi dotato di senso.
Come sostiene Henry Arnold: «Il tempo è un fenomeno inspiegabile. Il tempo è vita e la vita è un viaggio verso la fine del tempo. Quello che stiamo vivendo diventa qualcosa che abbiamo vissuto. Tempo si trasforma subito in tempo passato. Gone … […] Il film ha lo scandaloso privilegio di uscire dal tempo. Per giocarci, accelerarlo o fermarlo, a suo piacimento. […] È il grande merito di questo libro non solo evidenziare e riaccendere un aspetto essenziale della trilogia di “Heimat”, ma anche mantenere vivo il film. E quindi è stato un onore e un piacere per me far parte di questo libro, oggi, nell’anno 2021. […] Il ‘tempo delle prime canzoni’ è ormai passato. […] Il ‘buon tempo antico’ è un’altra chimera. I film di Edgar Reitz, invece – così si spera – rimarranno».
Barbara Rossi, media e film educator, è laureata in Storia e Critica del Cinema presso l’Università degli Studi di Torino; presidente dell’Associazione di cultura cinematografica e umanistica “La Voce della Luna” di Alessandria, è vicepresidente della FIC (Federazione Italiana Cineforum).
Ha organizzato incontri di formazione riservati ai docenti per il Museo Nazionale del Cinema di Torino e ha collaborato con il gruppo di ricerca ‘Memofilm, la creatività contro l’Alzheimer’, facente capo alla Cineteca di Bologna.
Giornalista pubblicista, è stata titolare della rubrica ‘Le lune del cinema’ per la rivista “Cineforum”, con la quale attualmente collabora. Suoi saggi di argomento cinematografico sono stati pubblicati in diversi volumi antologici. Cura annualmente, in collaborazione con l’Associazione Culturale Italo-Tedesca di Alessandria, una rassegna che porta sul grande schermo il meglio della produzione cinematografica tedesca contemporanea. Ha organizzato, in collaborazione con l’Università delle Tre Età di Alessandria, la proiezione della trilogia di “Heimat” di Edgar Reitz.