dialessandria.it - no photo
dialessandria.it - no photo

È l’artista polacca Joanna Paljocha la vincitrice del Premio Acqui 2019, nell’ambito della XIV edizione della Biennale Internazionale per l’Incisione di Acqui Terme, in calendario fino al 3 luglio nel bel borgo piemontese. Nata nel 1991 da un’idea di Giuseppe Avignolo, presidente dell’omonima Associazione e patrocinata da Rotary Club Acqui Terme, Regione Piemonte e Comune di Acqui Terme, la rassegna è un evento imperdibile per conoscere la produzione attuale della grafica mondiale nelle diverse forme tradizionali e sperimentali. Circa 3500 artisti italiani e internazionali, alcuni maestri affermati e altri giovani talenti, hanno partecipato in 28 anni di Biennale (la prima nel 1991) a questo momento fondamentale di confronto globale. Tante voci, diversi linguaggi e tecniche – puntasecca, acquaforte, acquatinta, silografia, bulino, vernice molle –che si potranno ammirare fino al 3 luglio in tre luoghi suggestivi: lungo i portici di via XX Settembre, nel Camminamento del Castello dei Paleologi, che ospita il Museo dell’Incisione e all’interno della Sala delle Pietre nella splendida Villa Ottolenghi Wedekind, dove il 15 giugno sono stati proclamati i vincitori del Premio Acqui, il Premio Acqui Giovani e il Premio Consorzio Brachetto d’Acqui. Scelti tra 13 finalisti selezionati dalla giuria popolare e giuria di esperti, con professionisti del calibro dell’architetto e designer Matteo Ragni; dell’intellettuale e maestro di grafica Glauco Lendaro Camiless, dell’architetto progettista Eleonora Odorizzi e Andrea De Simeis, maestro cartaio e incisore già vincitore nel 2011 del Premio Acqui Giovani, a cui l’Associazione ha affidato il coordinamento artistico della Biennale 2019.

Per me l’arte è qualcosa di quotidiano e naturale, non la prendo sul serio – sostiene la vincitrice Joanna PaljochaCreare è piacevole e mi rende felice, non posso vivere senza”. Il suo motto è una dichiarazione che lo scrittore Bohumil Hrabal ha fatto parlando della sua scrittura e vale anche per lei: “il punto di partenza è sempre autentico; all’inizio c’è sempre un evento, un’esperienza. Tuttavia l’inclinazione a giocare presente in ogni essere umano non ci lascia in pace, quindi, usando l’immaginazione, ordina il corso degli eventi in un altro modo”. La sua opera Yellow Meadow (linoleografia mm 435 x330), che ha convinto i giurati, è “una grande esibizione di stile, che racconta l’energia di un colore nella sua più autentica e progressiva espansione – secondo Andrea De Simeis  – Che sublime compostezza ha questo prato giallo! Su questa superficie sembra perfettamente a suo agio un elemento, forse un “pianeta” impresso a secco”.  Viaggio su Urano è il titolo dell’incisione di Daniela Cataldi vincitrice del Premio Consorzio Brachetto d’Acqui: acquaforte, acquatinta, ceramolle, mm 195×490. L’artista che vive a Matera, la patria dei sassi, delle gravine, delle pietre, s’ispira a paesaggi utopici, lunari, mistici e spirituali, alle superfici primordiali, un ritorno indietro nella materia plasmabile. “La terra che ti fa pensare al passato e nello stesso tempo al futuro, a qualcosa ancora da scoprire, la ricerca di nuovi mondi su cui andare a vivere. L’opera è nata dalla storia mitologica di Urano che ogni notte si accoppiava con la terra Gea, fecondandola con sottili gocce di pioggia”. Il giovane Davide Schileo, invece, ha vinto il Premio Acqui Giovani. Veneto di origine, appassionato di disegno fin dalla tenera età, dopo il liceo classico è approdato all’Accademia di Belle Arti a Venezia e nel 2019 ha anche vinto il Premio Giovani della VI Biennale di Incisione e Grafica Contemporanea di Bassano del Grappa. La sua incisione “Tentazioni di Sant’Antonio” si ispira alla scuola fiamminga, agli inferni di Bosch, è una preziosa combinazione di tecniche: acquaforte, acquatinta, ceramolle, puntasecca (mm 369×500). Raffigura l’eremita assalito da un’orda di demoni. La composizione è volutamente complessa per dare allo spettatore una sensazione di disordine e soffocamento. A ispirare Davide le incisioni di artisti rinascimentali tedeschi come Dürer e Schongauer e i reperti di animali esotici conservati nei musei di storia naturale.

JOANNA PALJOCHA, nata nel 1977 a Lodz in Polonia, ha studiato negli anni 1997-2002 al Dipartimento di Grafica e Pittura dell’Accademia di Belle Arti Strzeminski a Lodz, dove si è diplomata con merito nello studio delle tecniche di intaglio, fotografia e video.

Tra il 2005 e il 2007 si è specializzata in grafica presso l’Accademia di Belle Arti a Dresda in Germania. Dal 2012 lavora ai fondamenti dello studio della composizione nell’Accademia di Belle Arti Strzeminski a Lodz. Si è specializzata in incisioni, illustrazioni di libri di pittura e libri d’artista. Ha partecipato a oltre 80 mostre collettive in Polonia e all’estero e organizzato 10 mostre individuali.

 

DANIELA CATALDI (1977) vive e lavora a Matera. Dopo il Liceo Artistico di Matera ha frequentato il corso di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma, come allieva di Gino Marotta e Giuseppe A. Gatt. Ha svolto studi sul Medioevo che ha utilizzato per scrivere la sua tesi “La città utopica nel Medioevo”. Ha frequentato corsi di restauro pittorico e ha compiuto studi su tecniche antiche utilizzandole nel campo del restauro, lavorando per la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici dell’Aquila e di Pescara. Dopo gli studi artistici inizia a svolgere la propria attività di freelance nel campo pittorico e del restauro. Dal 2003 insegna Arte e immagine e Disegno e storia dell’arte prima a Pescara e poi a Bari. Dal 2009 svolge la sua attività calcografica presso la “Grafica di Via Sette Dolori” di Matera. Partecipa a concorsi, rassegne artistiche e mostre collettive nazionali ed internazionali. Tiene corsi professionali di disegno e pittura. Organizza corsi di tecniche incisorie e pittoriche, tenuti da maestri italiani ed internazionali.

 

DAVIDE SCHILEO (1994), originario di Ponte di Piave. Dopo il Liceo classico studia Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, sperimenta numerose tecniche incisorie, specializzandosi nell’acquaforte e nella xilografia. Nel 2016, anno consegue il Diploma accademico di I Livello, trattando in tesi l’anatomia dell’ala del piccione e il rapporto tra arte e natura nell’Opera di Albrecht Dürer. Tra 2017 e 2018 partecipa a due importanti mostre collettive di studenti dell’Accademia nel capoluogo veneto: Forme in Mutamento, allestita presso la Biblioteca Nazionale Marciana e nella quale le incisioni raffiguranti alcuni episodi delle Metamorfosi di Ovidio vengono esposte affianco ad antichi libri stampati nel XVI secolo; Il Vedere Trasparente, allestita presso il Museo di Storia naturale di Venezia e contenente i disegni realizzati dagli studenti del Prof. Mauro Zocchetta sull’anatomia degli animali alla maniera di Leonardo da Vinci e Michelangelo. In quest’ultima esposizione Davide ha modo di esporre al pubblico le principali tavole del complesso studio anatomico eseguito nel corso del Triennio. Nel 2019 termina gli studi magistrali all’Accademia discutendo una tesi sull’arte macabra di Medioevo e Rinascimento. Sempre nello stesso anno vince il Premio Giovani della VI Biennale di Incisione e Grafica Contemporanea di Bassano del Grappa e il Premio Acqui Giovani della Biennale Internazionale per l’Incisione di Acqui Terme.

 

 

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"