“Quando il cinema era giovane. I fantasmi dell’opera, i fantasmi all’opera”
(Edizioni Petite Plaisance, 2021)
Prosegue per tutto il mese di Luglio la rassegna ‘Novi d’Autore’, con tanti appuntamenti gratuiti che si susseguiranno in Biblioteca Civica (Via Marconi 66, Novi Ligure), alle ore 18.
Martedì 27 Luglio Sergio Arecco presenterà il suo ultimo volume “Quando il cinema era giovane. I fantasmi dell’opera, i fantasmi all’opera” (Edizioni Petite Plaisance, 2021).
Con l’autore sarà presente Barbara Rossi, studiosa di cinema e media educator.
La rassegna Novi d’Autore riprenderà dal mese di Settembre, con un ricco programma.
Info: tel: 0143-76246; [email protected].
Che cosa è successo? Perché un titolo come il nostro: “Quando il cinema era giovane?” È successo che è cambiato e sta cambiando tutto quanto, nelle funzionalità del cinema. Intendiamoci. Non è affatto un male. L’ampliamento smisurato della ricezione video e della potenzialità diffusionale della tecnologia digitale ha reso inevitabile un fenomeno di tale portata, la cui entità si misurerà in termini ancor più espansivi nell’immediato futuro, quantomeno in quello prevedibile. La qualità del prodotto è oggi altissima. Sicuramente innovatrice del linguaggio visivo e delle modalità espressive del mezzo – ancora e sempre, nel XXI secolo come un secolo fa, il mezzo è il messaggio. E non è affatto una manifestazione di rincrescimento, la nostra. È una constatazione, elementare e necessaria, di una mutazione epocale. Infatti, quando il cinema era giovane, l’opera passava comunque, in prima istanza, per la sala. Oggi non più, o solo parzialmente. Perché oggi essa arriva perlopiù allo spettatore tramite video o addirittura tramite smartphone. Il che cambia tutto nel rapporto del pubblico, chiamiamolo ancora così, con lo schermo e ciò che questo rappresenta, anche in termini di interlocutore adibito alla ricezione del film. Non solo. Oggi molte opere vengono realizzate a priori in digitale, con un semplice smartphone e tutti gli effetti speciali che si desiderano, nonché una molteplicità di soluzioni e invenzioni finora impensabili. Già tre anni fa, “Unsane” è stato girato da Steven Soderbergh con un iPhone apposito, e ha richiesto appena una settimana di ‘lavorazione’. Ebbene, “Unsane” è un gioiello. Meccanico? Sì, meccanico.
Sergio Arecco, insegnante e studioso di cinema, collaboratore delle principali riviste del settore, può vantare nel suo curriculum una decina di monografie su registi e attori tra i più diversi – da Pasolini, di cui è stato il primo esegeta, a Ôshima, da Cassavetes a Lucas, da Markopoulos a Bergman, su cui ha discusso la tesi di laurea nel 1968, da Resnais e Bresson a Dietrich e Brando, per editori come Il Castoro, Le Mani, Bulzoni, Ets – e una nutrita serie di volumi a tema, tra cui “Il paesaggio del cinema”, vincitore del premio “Maurizio Grande”, e “Anche il tempo sogna. Quando il cinema racconta la storia”, vincitore del premio “Umberto Barbaro”. Ha inoltre collaborato, tra l’altro, al “Dizionario critico del film” Treccani e al “Dizionario dei registi del cinema mondiale” Einaudi. Per la Cineteca di Bologna ha scritto un ampio repertorio del corto sonoro: “Il cinema breve. Da Walt Disney a David Bowie”, con prefazione di Goffredo Fofi. E per Petite Plaisance ha già pubblicato nel 2019 “Fisica e metafisica del cinema”. Svolge anche, da più di vent’anni, un’intensa attività di traduttore per le maggiori case editrici: Einaudi, Mondadori, Bompiani, attualmente La nave di Teseo.