In un decennio, tanti scrittori si sono avvicendati tra lume di candela, qualche zanzara, ma soprattutto nel solco di un narrare e confrontarsi di chi scrive e di chi legge, senza impostazioni rigide e formali, con una certa voglia di sorprendersi più in un invito tra amici che in una presentazione letteraria tradizionale. I “salotti estivi”, serate per parlare in libertà di romanzi, storie e scrittura ( ma non solo), tornano con l’undicesima edizione, caraterizzata dal filo conduttore di un narrare a più voci. Gli incontri sono come sempre a cura dell’Associazione Mnemosyne, con il patrocinio del Comune di Arquata Scrivia, che consente di vivere Palazzo Spinola in aree poco istituzionali, sotto le antiche volte dell’atrio o nello spazio verde sul retro, che proprio con le varie edizioni dei salotti ha acquisito il nome di “giardino segreto” ( non è una citazione letteraria: si tratta di un luogo non noto anche per molti arquatesi). Conduce la giornalista Patrizia Ferrando.
Si comincia mercoledì 12 luglio, alle ore 21, con racconti e riflessioni su e di viaggiatori, lungo itinerari esotici o di qualche metaforico passo, e la presentazione de “Il Viaggio dentro – racconti e riflessioni sul senso del viaggiare” (AA.VV a cura di Debora Bergaglio e Alessandro Tavilla).
Il volume contiene racconti di Debora Bergaglio, Alessandro Tavilla, Federica Torassa, Massimiliano Schilirò, Paola Pellai, Ezio Fossati, Francesco Caligiuri, cui si aggiungono i contributi, volti ad approfondire quella ricerca e quei rimandi atavici contenuti in ogni viaggio, come in colori, emozioni ed esperienze selezionate per il libro, di alcuni professionisti della psicoterapia e del coaching, Vito Torgani, Dony Barbagallo, Anna Scelzo.
Giovedì 20 luglio, sempre alle 21, sarà la volta di “Trame di ortica”, un romanzo scritto da tredici persone diverse per una storia unica, raccontata con sentimento, leggerezza e ironia. “Trame di ortica” è l’opera prima di Bottegatredici, un gruppo di scrittori esordienti, mossi dalla passione per le storie, che si sono conosciuti tra gli scaffali della Namastè, la libreria di Tortona, divenuta negli anni punto di riferimento culturale. Tra gli scaffali, per circa due mesi, i “magnifici 13”, guidati da Riccardo Milanesi, insegnante di storytelling della Scuola Holden di Torino, si sono cimentati in un esperimento letterario: partendo da fotografie di persone sconosciute, hanno creato personaggi di fantasia che hanno preso vita dentro una storia appassionante. Ne è uscito un romanzo breve che si snoda in un lasso temporale di circa settant’anni, dagli anni ’20 fino ai giorni nostri.
Giovedì 27 luglio, infine, alle 21, il dialogo avverrà con Valeria Maria Tovo, autrice di “Quando facevo la mondina” (ed. Sillabe di Sale). L’autrice vive a Vercelli, è sposata e ha tre figli. Ha lavorato molti anni in diverse biblioteche milanesi. Ora è impiegata in uno studio legale e da qualche tempo si dedica all’antiquariato, partecipando a fiere e mercati, seguendo la sua grande passione per ceramiche e oggetti antichi. Il senso della molteplicità, in questo suo romanzo autobiografico, non viene solo dalle esperienze molto diverse da lei attraversate, ma dal contatto con un mondo ‘accorato e corale’, che ci appare tanto lontano, ed è invece ancora a un passo. Nel 1981, Valeria perde il padre improvvisamente e la sua famiglia si ritrova in una grave crisi economica. Lei, ragazzina, poco più che sedicenne, decide di fare la mondina. Verrà iniziata al lavoro da una squadra di mondariso che l’adotterà, dandole importanti insegnamenti di vita, tra voci di donne di età diverse, nell’appartato e singolare mondo del ‘mare a quadretti’ della risaia.
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Barbara Rossi