Marengo è un luogo in cui la storia e la cultura si fondono grazie a un approccio nuovo, internazionale, che ha l’obiettivo di sviluppare il turismo di un territorio ‘napoleonico’ che va oltre Alessandria e coinvolge il Tortonese e il Novese, intercettando i visitatori di altre nazioni e puntando anche sulla valorizzazione di aspetti meno noti al grande pubblico, come quelli legati allo sviluppo delle istituzioni in epoca napoleonica e all’economia.
Parallelamente vi sono aspetti poco raccontati, ma che appartengono a pieno titolo alla storia di Marengo. Uno di questi è la colonna in pietra con l’aquila in bronzo sulla sommità, innalzata il 14 giugno 1801. Nel proseguire la valorizzazione del sito culturale di Marengo, dopo l’evento celebrativo “Le stanze di Longwood” del 5 maggio, l’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei, insieme alla Provincia di Alessandria con il Consigliere Maurizio Sciaudone e al Comune di Alessandria con l’Assessore Cherima Fteita, ritiene particolarmente significativo non dimenticare il simbolo della vittoria di Marengo: la colonna.
Il weekend commemorativo del 12 e 13 giugno si svolgerà in collaborazione e d’intesa con la 59esima Demi Brigade.
«In seguito alle indagini svolte dall’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei – dichiara Cherima Fteita – e il testo curato da Francesco Gasparolo, pubblicato nel 1922 ed estratto della Rivista di storia, arte e archeologia della Provincia di Alessandria, si è potuto tracciare il percorso della colonna la cui collocazione risale al 1801 per volontà del barone Giulio Baciocchi e della municipalità alessandrina». La colonna, molto simile a quella che sorge davanti al Duomo del capoluogo, arrivava probabilmente da un deposito comunale dove erano conservati resti di antiche chiese e conventi. Con ogni probabilità l’amministrazione non fu particolarmente entusiasta dell’iniziativa che veniva a incidere sulle finanze locali e fece di tutto per risparmiare. Ma quello che conta è il valore della memoria e del ricordo, che a distanza di 220 anni resta intatto di fronte a un evento che ha scritto una pagina fondamentale nella storia dell’Europa. «Ed è proprio questo riallineamento storico – sottolinea Maurizio Sciaudone – che deve aiutarci a ripercorrere un valore simbolico, ma soprattutto sociologico del fatto che un’area si era dovuta organizzare per liberarsi dagli austriaci con l’aiuto del Generale Francese di Aiaccio».
Anche la storia della colonna è stata tormentata. Innalzata a Marengo il 14 giugno 1801, fu asportata nel 1814 dal generale Nugent e installata in Villa di Tersatto (vicino a Fiume) dove rimase fino al dicembre del 1918. Modificati i confini italiani, grazie ai militari l’anno successivo torna in Italia e nell’aprile del 1921 viene ricollocata a a Marengo.
Il 13 giugno, al mattino, è in programma una cerimonia di commemorazione che prevede al termine, di fronte a un picchetto d’onore della 59esima Demi Brigade, la consegna alle autorità della riproduzione di una piccola colonna in cristallo incisa internamente in 3D.
Il fine settimana del 12 e 13 giugno sarà scandito da una nutrita serie di eventi: il campo storico con i rievocatori, l’addestramento delle truppe in campo, la Petite Bataille, la commemorazione della colonna di Marengo, gli onori al 1° Console Bonaparte, ai caduti e al Generale Desaix. Non mancheranno altre iniziative, organizzate dovendo ancora fare i conti con i limiti imposti dalla pandemia, ma parallelamente proiettate non sui territori alessandrini, ma anche guardando alla Liguria e alla Francia.