Le aperture della Giornata FAI d’autunno FAI 2019
DOMENICA 13 OTTOBRE DALLE 10.00 ALLE 18.00
1 -OSPEDALE SS.ANTONIO E BIAGIO-PATRIMONIO STORICO E DOCUMENTALE
L’Ospedale civile di Alessandria detto ancora oggi dei Santi Antonio e Biagio nasce dalla fusione, avvenuta per volere di papa Pio V intorno al 1567, di due ospedali preesistenti e risalenti al XV secolo: l’Ospedale di Sant’Antonio situato nel quartiere Gamondio e l’Ospedale di San Biagio situato nel quartiere Rovereto. Il nuovo ospedale si chiamò
Spedal grande ed ebbe sede dapprima nel vecchio Ospedale di Sant’Antonio
dove funzionò sino al 1789. Nel 1782 iniziò la costruzione della nuova sede dell’ospedale, aperto agli ammalati nel 1790. Nel 1912, a seguito della legge 17 luglio 1890 sulle istituzioni pubbliche di beneficenza, le amministrazioni delle Opere pie vennero
riordinate.La Biblioteca venne istituita nel 1902.L PATRIMONIO STORICO E
DOCUMENTALE. L’Azienda Ospedaliera persegue da anni un ampio progetto di
tutela e promozione del proprio patrimonio storico, a partire dalla sua catalogazione, con l’obiettivo di valorizzarne la tradizione.
2 -FORNACE BOLLOLI
A circa 10 Km. a Est di Alessandria, svetta l’alta ciminiera della Fornace Bolloli. Siamo a Cascinagrossa, al centro di importanti vie di comunicazione e di un territorio argilloso perfetto per la fabbricazione di mattoni e materiale per l’edilizia. La Fornace Bolloli
è un’azienda storica, fondata nel 1907. Fino agli anni 1980, offrì lavoro a decine di operai. Circa venti famiglie di stagionali, provenienti da veneto e Toscana, ogni anno arrivavano per la stagione produttiva che durava sei mesi, i mesi più caldi. Friulani erano invece
addetti alla cottura nei forno , la cui temperatura poteva arrivare anche a 60 gradi. L’alta ciminiera è al centro di un grande anello in cui si accendeva il fuoco per cuocere i mattoni, sistemati in “nicchie”laterali. E’ un magnifico esemplare di un’attività ormai scomparsa: una pagina di storia da recuperare.
3 – SAPONIFICIO MORTEO E GIANOLIO DI CANTALUPO(FR.ALESSANDRIA)
La fabbrica, nata nel 1881 e chiusa nel 1967, esempio di archeologia industriale di fine ‘800, è composta da una serie di edifici, alcuni in condizioni precarie, altri ancora utilizzati da artigiani locali e sedi di lavorazioni del legno o del ferro ecc. Nei primi anni di vita, come
recita l’antica carta intestata “fabbrica di oli di seme, panelli per bestiame e concimi”, produceva principalmente olio, ma gli scarti di lavorazione non erano destinati alla fabbricazione del sapone bensì di concimi. La produzione del sapone è iniziata dal 1908 quando cessò la produzione dei concimi. L’insediamento era un punto di riferimento
industriale della zona. L’energia impiegata era prodotta in proprio da 7 turbine alimentate dall’acqua del Canale artificiale Carlo Alberto, che costeggia il muro di cinta della fabbrica. Le materie prime provenivano dall’estero, tramite il porto di Genova e il trasporto allo stabilimento avveniva con carri ferroviari che tramite un raccordo, penetravano dentro
4 -COMPLESSO MONUMENTALE DI SANTA CROCE-BOSCO MARENGO
La chiesa e il convento domenicano di Bosco Marengo sorsero nel 1566 per volontà di papa Pio V, al secolo Michele Ghislieri, che ne decise la costruzione l’anno stesso della sua elezione a pontefice, carica che ricoprì dal 1566 al 1572. Diventato papa a brevissima distanza dal Concilio di Trento (1563), il nuovo papa intendeva realizzare nella propria città natale una delle primissime declinazioni in architettura dei dettami della Controriforma, definiti appunto dal Concilio. Il complesso fu progettato dal perugino Ignazio Danti, affiancato poi da Giacomo della Porta. La chiesa, a croce latina con la cupola
all’incrocio dei bracci, esemplata sui modelli romani classicheggianti, coinvolse anche il celebre artista toscano Giorgio Vasari. È lui stesso a ricordare nella propria autobiografia la commissione ricevuta dal papa per l’Adorazione dei Magi nella quarta cappella e per la “grandissima macchina” concepita per l’altare maggiore, di cui oggi sopravvive in situ il Giudizio Universale.
5-LA FORNACE DI SEZZADIO
La Fornace di Sezzadio produce mattoni fatti a mano pezzo per pezzo ed avvalendosi della lunga esperienza di quasi duecento anni di ininterrotta attività, offre un manufatto di alta qualità e pregio. Le favolose argille di Sezzadio, il giusto impasto, la lenta essicazione
all’aperto, la cottura ad alta temperatura nei forni Hoffman,la straordinaria esperienza nel rispetto della millenaria tradizione dei nostri maestri mattonai fanno del cotto della Fornace di Sezzadio un prodotto unico nel suo genere, di grande affidabilità, resistente al
gelo, al fuoco, agli sbalzi termici, all’usura e particolarmente apprezzato sia per il ripristino di antichi edifici che per la costruzione dei nuovi. Ci saranno dimostrazioni durante la giornata della affascinante costruzione dei mattoni. L’antica poesia del mattone alla base delle nostre civiltà.
6 – A SPASSO SUL FIUME TANARO
Arte e Acqua. Un giorno per mettersi in gioco e vivere queste due esperienze. Tutto questo a Rivarone tra l’approdo che oramai da qualche tempo è divenuto uno dei fulcri della vita sul fiume Tanaro e il centro storico del paese. Si potrà vivere l’avventura conducendo la propria canoa sulle acque del fiume, attraversando il fiume a bordo di una chiatta, passeggiando lungo il fiume o ammirando la chiesa e la mostra di foto storiche. Ci sarà anche la possibilità di fare colazione, merenda o pranzare grazie al punto ristoro. Fra azione educativa e promozione del territorio, il FAI, il Gruppo scout AGESCI Valenza 1, il Centro nautico “Un Po strano” – AGESCI Piemonte, SOMS e ARCA di Rivarone mettono insieme forze e competenze per poter tornare a vivere una giornata immersa nella natura e nell’arte.
7 -GLI INFERNOT DI FUBINE
Fubine per la sue caratteristiche paesaggistiche è entrato a far parte dei comuni della buffer zone riconosciuti Patrimonio Unesco “Il Monferrato degli Infernot” componente del sito “Paesaggi Vitivinicoli Langhe-Roero e Monferrato” . Il borgo è adagiato sulle ultime propaggini delle colline del Monferrato prospicienti la pianura alessandrina ed una
ripida salita porta al comune ed alla chiesa ed oltre, a Palazzo Bricherasio. Sulla sinistra, parallela alla via principale, corre uno spalto in parte coperto da volte da cui si gode una magnifica vista sulla valle laterale. Grazie alle particolari caratteristiche geologiche
di questo terreno, volgarmente detto “tufo”, gli Infernot, cavità ipogee, mantengono temperatura e umidità costanti durante tutto il corso dell’anno. Sul territorio di Fubine, a seconda dell’epoca costruttiva, se ne individuano due tipologie, come luoghi per conservare vini o come ‘camminamenti’ di fuga in caso di pericolo.
8 – QUADRERIA DELLA PARROCCHIA DI SAN PERPETUO-SOLERO
Il restauro delle tele della quadreria della Chiesa Collegiata di San Perpetuo è una delle più importanti iniziative che la Parrocchia ha attivato per il recupero delle opere d’arte della chiesa. Sono presenti opere restaurate grazie ai contributi delle Fondazioni Cassa di
Risparmio di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione Grattarola. Questi capolavori d’arte e di fede si aggiungono a quelli già in precedenza “ritrovati” provenienti dagli Oratori delle Confraternite. L’opera della raccolta sicuramente più importante dal punto di vista
artistico conservata presso la Quadreria è la Madonna del Rosario del Moncalvo, restituita al suo originario splendore da un recente restauro.
Questa preziosa opera fu commissionata dalla Compagnia del S. Rosario tra il 1600 ed il 1610, seguendo l’impulso dato da Pio V alla pratica devozionale istituita da S. Domenico nel 1215 circa.
9 -CASTELLO FAA DI BRUNO – SOLERO
L’edificazione del castello si deve ascrivere alla volontà dei Marchesi Guasco di Alessandria, divenuti feudatari nel 1504, di avere una dimora rappresentativa nel feudo di Solero. La costruzione, secondo alcune fonti, sarebbe stata realizzata negli anni che vanno dal 1670 al 1675. Tuttavia un reperto inglobato nella facciata nord porta ad anticipare la datazione della costruzione. L’elemento in laterizio, poco più che un semplice mattone, porta la data del 1599. Tutte le fonti concordano comunque su quella che è la data in cui il castello iniziò ad essere usato quale residenza saltuaria, il 1675. Infatti le cronache danno notizia che la Marchesa Anna Tullia di Gallarate, alla morte del marito, il Marchese Filippo I Guasco, decise di uscire da Alessandria e di stabilire la sua residenza nel castello di Solero.
Alla sua presenza si debbono alcuni interventi: la costruzione di un oratorio, probabilmente edificato nel 1685 e l’erezione del muro di cinta sul tracciato attuale.
10 – ORATORIO DELLA SS.ANNUNZIATA
Le origini dell’Oratorio dell’Annunziata sono avvolte nel mistero; la prima notizia inerente la nascita della Confraternita della Santissima Annunziata risale al 1214. La Confraternita costruì un proprio oratorio sulla via denominata “Contrada di Sant’Antonio” che collegava l’antico borgo alla Chiesa Trecentesca intitolata a Sant’Antonio Abate (ora sede del Museo
Paleontologico G. Maini). Della costruzione originale rimangono pochissime tracce in quanto già nel XV sec l’Oratorio subì un ampliamento come testimonia un’iscrizione incisa in un riquadro all’interno della Chiesa. Di indubbia importanza sono le due casse processionali: L’Annunciazione di Anton Maria Maragliano (che alcuni ipotizzano essere stata terminata
da alcuni allievi a causa dell’avvenuta morte dell’Artista) e la Madonna del Carmelo del summenzionato Luigi Fasce.
11 -ORATORIO DI SAN GIOVANNI
Fondato su di un’antica cappella cimiteriale risalente a prima dell’Anno Mille, esso fu realizzato, nella sua attuale conformazione architettonica, nel XVII secolo. Posto accanto all’antica parrocchiale di S.Sebastiano (come da tradizione ligure) si trova in posizione
sopraelevata, l’accesso è tramite un ampio scalone di ingresso. Sede dell’omonima confraternita, risalente al XII secolo, esso conserva al suo interno una serie di pregevolissime opere d’arte. Di enorme interesse un crocifisso ligneo processionale e una splendida macchina processionale opera di Anton Maria Maragliano e classificata tra le
migliori realizzazioni di questo scultore. L’organo presente fu costruito dall’organaro modenese Piacentini nel 1882; nel 1929 fu parzialmente modificato, infine, nel 1988, completamente restaurato. Dal 1977 oltre che per il servizio liturgico viene spesso utilizzato anche per concerti organistici a cui hanno partecipato alcuni tra i più grandi ed apprezzati organisti a livello mondiale.
12 PARROCCHIALE DIN.S.ASSUNTA E SAN GAUDENZIO
Progettata da Gio Antonio Delfrate nel 1770, fu costruita tra il 1771 ed il 1801. La sua architettura a tre ampie navate con pilastri a doppia colonna è ispirata dalla chiesa di N.S. delle Vigne di Genova. Originariamente dotata di un solo campanile, nel 1853 fu eretto un
secondo campanile destinato ad ospitare un orologio e le campane delle ore. L’interno è interamente affrescato con scene della vita di Cristo, opera dei fratelli Tomaso e Pietro (detto “Il muto”) Ivaldi di Toleto di Ponzone. Di notevole interesse alcune opere pittoriche. Rilevante il coro ligneo e l’arredamento ligneo della sacrestia e le volte della
stessa abside, l’arredamento ligneo della sacrestia e le volte della stessa, affrescate dal pittore genovese Lazzaro Luxardo. Nella chiesa sono conservati due organi di grande importanza storica e musicale.