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L’Italia è un paese ambito per i matrimoni di cittadini stranieri, che sognano di convolare a nozze in località come Capri, la Toscana, la Sardegna e le Cinque Terre. D’altro canto, non è un paese dove abbondano i casi di persone che decidono di dirsi sì al di fuori dei confini nazionali. Coloro che lo fanno spesso approfittano di promozioni speciali degli operatori turistici, che combinano la cerimonia alla luna di miele. Tra le mete ambite, si annoverano le Mauritius, la Riviera Maya in Messico, i Caraibi e le Maldive. Non manca chi vive il sogno di una vita nella capitale del vizio, Las Vegas, o preferisce levare l’ancora e sposarsi in crociera. Le procedure burocratiche necessarie per il matrimonio in terra straniera sono complesse e richiedono tempo per essere sbrigate, sia prima della cerimonia, sia dopo di essa, soprattutto per far riconoscere l’unione nel Comune di residenza. Inoltre, alcuni Paesi hanno delle regole specifiche sulla questione, per cui occorre fare attenzione e non lasciare nulla all’improvvisazione. Fondamentale, in particolare, è la richiesta preventiva del periodo di permanenza nel paese di destinazione, che di solito dura quindici giorni al massimo. Le coppie “obbligate” ad andare all’estero per sposarsi sono quelle omosessuali, che possono fare quello che in Italia è loro proibito (per ora) in ventuno paesi del mondo, in diciannove stati negli Stati Uniti d’America o in alcune regioni del Messico.

Stefano Summa

@Stefano_Summa

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