La crisi che sta soffocando l’Italia da sei anni e che ha frenato lo sviluppo tecnologico e la ricerca di autorevoli istituti favorendo la fuga di cervelli all’estero non è riuscita a spegnere però la creatività dei nostri scienziati che infatti hanno progettato nel 2009 ICUB, un robot dalle tenere sembianze di un bambino di circa quattro anni che rappresenta l’avanguardia dell’ingegneria robotica nel nostro paese e nel mondo. Realizzato dai ricercatori dell’IIT- l’Istituto Italiano di tecnologia che ha sede a Genova Bolzaneto ed è in diretta competizione con il Mit (Massachusset Institute of Technology) di Boston -, negli ultimi anni ha raggiunto livelli di raffinatezza degli input motori e tattili che fanno presagire ad un suo imminente utilizzo nella società in attività quotidiane e domestiche.
Forse non tutti sanno che nella realizzazione di questo importante robot umanoide c’è la partecipazione dell’ industria serravallese Firpo Giuseppe srl che ha avuto un ruolo fondamentale nella sua realizzazione. Nata nel 1977 l’azienda ha sviluppato tecnologie all’avanguardia in vari settori come quello dell’automazione e, oltre vent’anni fa aveva progettato un prototipo di navigatore satellitare.
La passione per la robottistica nasce più o meno allora ovvero quando l’azienda mette a punto due robot manipolatori per le centrali nucleari inglesi, uno piastrellista ed uno muratore. Quando gli inglesi vennero a prendere il prodotto finito c’era anche la BBC a filmare la consegna. Subito dopo doveva partire la progettazione un robot da utilizzare per la rettifica dei rotondini di uranio che però fu bloccata a causa del referendum sul nucleare.
L’azienda ha comunque continuato a costruire robot automatici per importanti industrie siderurgiche ed automobilistiche nel mondo. Per il robottino ICub (in italiano “cucciolo”) ideato da Giorgio Metta dell’IIT, la FGsrl ha contribuito per la parte di sua competenza, ovvero le attività di cablaggio miniaturizzato. Il progetto si basa sulla realizzazione di un prototipo di robot con sembianze fisiche in grado di apprendere.
Icub utilizza per i suoi movimenti dei motori elettrici, sensori ed attuatori innovativi che gli permettono di interagire con l’ambiente circostante e di muoversi nello spazio in modo armonioso. Riesce così ad afferrare con estrema grazia gli oggetti e ringrazia sorridendo ma se gli si tolgono di mano assume un’espressione crucciata.
Con oltre 50 movimenti tra braccia e gambe è uno dei robot più completi al mondo e, anche se oggi costa circa 300.000 euro (ce ne sono già una ventina in giro per il mondo) l’obiettivo è di ridurre i prezzi per poterlo lanciare sul mercato e renderlo utile alla popolazione.
Non solo potrebbe affiancare l’uomo nei lavori più faticosi e pericolosi ma potrebbe essere utile, per esempio, come autista, oppure per assistere le persone con problemi fisici. Secondo Giuseppe Firpo, proprietario dell’omonima azienda l’Icub “rappresenta un grande progresso per la ricerca, infatti realizza una sintesi tra molteplici discipline: meccanica, elettronica, nanotecnologie e neuroscienze. Nel corso del suo cammino progettuale e realizzativo acquisirà capacità che lo renderanno sempre più simile all’essere umano”.
L’Icub migliorerà nel tempo le proprie prestazioni e, anche se non proverà vere emozioni umane di certo ne provoca una ovvero il colpo di fulmine perchè è difficile non innamorarsene all’istante.
Sagida Syed