Sposarsi in Comune o in Chiesa è oramai una scelta di vita quotidiana di migliaia di coppie in Italia. Una coppia su tre sceglie il rito religioso mentre una su quattro quello civile, sempre più in aumento rispetto al primo. Ma il dato che emerge negli ultimi anni è che numerose coppie non si sposano più né in Chiesa né in Comune e quindi vive la relazione di coppia come un fatto totalmente privato al di fuori anche di ogni regolamentazione di tipo civile. Altro caso, è quello delle coppie dello stesso sesso che “si sposano” in maniera ufficiosa.
Vediamo, innanzitutto, qual è la vera differenza tra i due più importanti riti utilizzati. Il matrimonio civile è l’unione di due persone di sesso opposto che produce effetti validi unicamente per il diritto dello Stato e non anche per la Chiesa ed è disciplinato unicamente dalla legge statale. Il matrimonio religioso è l’unione tra coniugi dinanzi al ministro di un culto cattolico (il sacerdote) al quale la legge dello Stato, in forza del Concordato lateranense (un accordo) stipulato tra lo Stato italiano e la Santa Sede nel 1929, riconosce effetti civili qualora siano osservate determinate condizioni. Vediamo quali sono i documenti necessari all’atto del matrimonio. Per quello di tipo civile: certificati di nascita; certificati di residenza; certificati di cittadinanza. Per quello di tipo religioso: il certificato di Battesimo; il certificato di Cresima; il certificato di “Stato libero ecclesiastico”, l’attestato di partecipazione al corso prematrimoniale; infine il nulla osta ecclesiastico necessario se si vuole contrarre matrimonio presso una parrocchia differente dalla propria o fuori dal Comune di residenza.
Giampi Grey