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Mai come in occasione dell’evento svoltosi ieri sera alla Libreria Mondadori, compreso nel percorso bianco della Festa del Pensiero, il mancato rispetto del programma é risultato assai gradito dal pubblico.

Infatti, la presentazione del libro di Younis Tawfik, “La sposa ripudiata”, s’e trasformata presto in una chiacchierata franca e aperta sull’Islam, stimolata dalle domande e dalle considerazioni di alcuni spettatori.

L’altro relatore di serata, l’antropologo Bruno Barba, ha effettivamente introdotto a grandi linee la trama del volume, che tratta la vicenda di una donna “sospesa tra due culture”, quella marocchina d’origine e quella italico-occidentale d’acquisizione. Appare, inoltre, la figura di un uomo italiano che decide di convertirsi alla religione islamica.

Younis ha preso poi spunto da questo lancio per raccontare la propria storia personale, iniziata nella cosmopolita Ninive e condizionata da un grande amore per Dante e la Divina Commedia, passione trasmessagli da Alfonso Cipolla. Essa è stata definita da lui “un’opera universale”, in grado di cogliere “l’anima del Mediterraneo”, allo stesso modo del Libro della Scala di Maometto. Lo scrittore ha sottolineato le somiglianze tra i due testi (per es. la conformazione dell’Inferno), ipotizzando influenze indirette su Dante nella composizione del suo classico.

Questo collante tra Occidente e mondo arabo s’è perso secondo Tawfik, al punto che il secondo viene visto come un “altro mondo”, pieno di “poveri, musulmani e terroristi”. Questo cambio di passo rispetto alla discussione del libro ha permesso l’esposizione di una dettagliata arringa sull’ISIS, un’entità che “minaccia la nostra civiltà e la nostra esistenza”.

Per sconfiggerlo, a parere dello scrittore, occorre preservare la cultura, l’unica avversaria che le bande di banditi dello Stato Islamico temono davvero, e la libertà delle donne, senza la quale non è possibile “interrare” le radici di una società sana.

“L’Islam è moderato come il cristianesimo e l’ebraismo”, ha detto Tawfik, a renderlo estremo e intollerante è un’interpretazione non accettata uniformemente dall’universo musulmano, originatasi ai tempi dell’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica a opera di saggi sauditi e pakistani e ispiratrice di movimenti radicali come l’ISIS stesso, Boko Haram o il talebanesimo. Prima di quel passaggio storico così importante, “i concetti di suicidio benedetto dalla religione e di kamikaze non esistevano”.

Le domande del pubblico hanno voluto scandagliare altri aspetti della cultura islamica, tra cui la presunta assenza di una concezione laica dello Stato e l’annullamento delle individualità in favore di un forte senso della comunità. Dinanzi a questi temi, Tawfik non ha esitato a dire la sua. “Il senso di comunità e di condivisione è formulata nel Corano, il che ha portato benefici in un senso e svantaggi nell’altro, tra cui, appunto, la repressione dell’individualismo.

Per quanto riguarda la politica, anche in relazione a quanto sta accadendo nei territori occupati dalle bande di al-Bagdadi, Younis non ha nascosto il desiderio di un supporto occidentale alle forze giovani che vogliono ribellarsi a questo stato delle cose, supporto che può comprendere anche l’intervento militare.

Younis Tawfik-La sposa ripudiata4Younis Tawfik-La sposa ripudiata5Stefano Summa

@Stefano_Summa

Foto di Leonardo Saggiorato

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