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“Quando ero piccolo a scuola ci facevano creare il regalino per la famiglia”

“Ora compro on-line e spero che il corriere non trovi traffico alla barriera”

Avrei dovuto finire di lavorare, ma il Natale incombe, così, rischiando pesanti ritorsioni da parte del direttore, ho abbandonato la scrivania e sono salito in auto.
Al volante c’è traffico, io ho poco tempo e sono nervoso: devo lavorare e devo comprare i regali, fisso minaccioso il semaforo e scambio gentilezze con gli altri automobilisti.
NATALE-OGGI-02Raggiunto il centro commerciale senza gioia, la vera sfida inizia adesso: come per altri milioni di persone nel mondo, scatta anche per me, la corsa al regalo, la frenesia di spendere per colmare una lacuna, la corsa all’oggetto che mi salverà dagli inferi.
Non lo trovo, e non mi trovo più nemmeno io; ho caldo e freddo allo stesso momento, forse è un infarto, ma nemmeno quello fermerà il mio bancomat.
Esco dal centro commerciale e punto verso il centro della città: è tutto illuminato e affollato di gente, un anziano mi mette in guardia sulle bande criminali che gestiscono la rivendita degli impossibili iPhone 6, i Samsung, invece, sono affare della malavita asiatica, desisto e torno a casa.
A casa, mentre medito sui mancati acquisti, infierisco sulle mie coronarie sforzandomi di scrivere dei messaggi di auguri sensati ed originali: un’impresa paragonabile ad una scalata in solitaria sull’Everest.
Fisso i fogli bianchi, improntati solo con i nomi dei destinatari, e mi affido ad una ricerca sul web in cerca di una guida, di qualcuno che mi prenda per mano in questa Babilonia che è il Natale; oggi lo trovo, il mio moderno Virgilio si chiama Amazon e consegnerà i miei regali gratis dalla Germania, mentre per gli auguri consulto auguri.com.
Momento di nostalgia: “Quando ero piccolo a scuola ci facevano fare il regalino simbolico per la famiglia, ora qualche immigrato turco sta spedendo dalla Germania il mio regalo costruito in Corea del Sud”. Ma non c’è tempo per i sentimentalismi, devo far la spesa per il pranzo del 25.
È tardi, è sempre tardi durante le feste di Natale, ed il supermercato è preso d’assalto; con la destra indico il lucernario ad una pensionata e con la sinistra le sfilo il salmone affumicato dal carrello, stacco imperioso da terra per accaparrarmi l’ultimo pandoro, a Natale tutto vale, come in guerra.
Alla fine, il fatidico giorno giunge, io ho deposto le armi e partecipato alla messa della Vigilia, attendo solo il pranzo di Natale quando un sms irrompe sul mio cellulare: è il mio direttore, ho dimenticato di consegnare l’ultimo articolo; il titolo era: “Il Natale di oggi”.

Nicholas Capra

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