Cominciamo con una frase fatta: meglio prevenire che curare. In questo caso parliamo del diabete, una brutta bestia da cui non si guarisce del tutto. Per carità, si può curare, ci si convive, anche per molti anni, ma la tendenza dell’insorgere della malattia è in aumento, soprattutto nei bambini. Ma che ci volete fare. Per molti è un destino segnato, in una società, come quella occidentale, opulenta e vittima dell’eccesso di alimentazione, ma nel caso del ‘Diabete Tipo 1’ si tratta di una malattia auto-immune, che arriva per altre cause. E allora si lavora (tanto) sulla ricerca, si moltiplicano le iniziative per trovare rimedi e posticipare, se possibile, l’arrivo della patologia, aiutando chi ne è affetto ad esserne condizionato il meno possibile.
In questa ottica il convegno alessandrino di sabato 15 marzo, organizzato da un gruppo di enti guidato dall‘Associazione JADA, con in testa la presidente Antonella Chimenti, e dall’associazione ‘Gli Amici della Biblioteca Ospedale di Alessandria‘, con quest’ultimo che partecipa anche come istituto, e con l’Ospedale San Raffaele di Milano, si propone di informare sul diabete con un progetto pilota, che partendo da 4 regioni (Campania, Lombardia, Marche, Sardegna), ha sottoposto a screening 5.000 bambini, mentre Alessandria lo farà, proprio sabato durante il convegno, a 100 persone (bambini e familiari). Tale progetto si potrà poi estendere a tutta l’Italia. L’altissimo profilo dei relatori ospiti svela in anticipo l’importanza di questo convegno che apre una strada nel settore della prevenzione.

