Nel mese dedicato alla Beata Chiara Badano: Associazione Spazioidea in collaborazione con Libreria Fissore, OfficinaCittàSolidale e Circolo Provinciale della Stampa organizza un incontro con Tommy Gazzola che in prima nazionale ne parlerà attraverso “Chiara Badano, luce cel risorto” edito da San Paolo pubblicato nei giorni scorsi.
In contemporanea verrà inaugurata una mostra fotografica relativa al Benin, curata da Monica Dorato che rimarrà a disposizione per raccontare l’esperienza fatta l’anno scorso in un orfanatrofio del Benin, gestito dal CNA di Valenza.
La beata Chiara Luce Badano, nata a Savona il 29 ottobre del 1971, visse a Sassello con il padre Ruggero e la madre Maria Teresa. Ha un debole per le persone anziane che copre di attenzioni. A nove anni conosce i “Focolarin” di Chiara Lubich ed entra a fare parte dei “Gen”. Ai suoi quaderni traspare la gioia e lo stupore nello scoprire la vita. Terminate le medie a Sassello, si trasferisce a Savona dove frequenta il liceo classico. A sedici anni le diagnosticano un osteosarcoma che le paralizza presto le gambe. Inutili gli interventi e la chemioterapia; tuttavia Chiara rifiuta la morfina che le toglierebbe lucidità. Non perde il suo abituale sorrisoe la sua cameretta diventa luogo di incontro e di apostolato. “L’importante è fare la volontà di Dio… è stare al suo gioco… Un altro mondo mi attende” Chiara Lubich, che la seguirà da vicino, durante tutta la malattia, le pone il soprannome di “Luce”. Negli ultimi giorni Chiara predispone tutto per l’incontro con il suo “Sposo” Gesù. Vuole che il suo rito funebre diventi una festa.Muore all’ alba del 7 ottobre 1990. Monsignor Livio Maritano, vescovo diocesano disse che si sentiva in lei la presenza dello Spirito Santo. È “venerabile” dal 3 luglio 2008. È stata beatificata il 25 settembre 2010 presso il Santuario del divino Amore in Roma.
Tommy Gazzola, presenta per la prima volta la figura di Chiara Badano attraverso una lettura organica e sistematica della sua ricchissima spiritualità, capace di effondere una luce d’amore nelle temperie di un mondo sempre più scristianizzato. Il suo itinerario interiore viene indagato qui coniugando il carisma della spiritualità focolarina e i contributi di grandi maestri della spiritualità cristiana: l’Amore totale, l’abbandono alla volontà di Dio, la categoria della sponsalità sono i cardini della sua esperienza di vita, vissuti con quel sorriso radioso che li disegna come credibili e imitabili. Attraverso i documenti e le testimonianze del processo di beatificazione, tramite i racconti di chi l’ha conosciuta personalmente e di chi incontra oggi la sua vicenda, emerge il ritratto di una ragazza della provincia italiana che sa ancora incarnare, dopo quasi trent’anni dalla sua morte, una proposta di fede semplice e radicale al tempo stesso. I giovani trovano in Chiara il volto di Cristo, attraverso una luce di resurrezione che squarcia il velo del materialismo e del nichilismo in cui paiono avvolti, e individuano un percorso di fede segnato dal “sempre sì” che la giovane focolare ha lasciato loro in eredità.