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Nei giorni nostri ci si sposa ancora, tra crisi economica, cambiamenti della società e il neoarrivato divorzio breve? Sì, ma sempre meno di prima. Ciò si evince dall’ultimo studio sul tema condotto dall’Istat, pubblicato nel novembre del 2014 e basato su dati riferiti al 2013.
In quell’anno i matrimoni in Italia sono scesi per la prima volta sotto la quota di 200.000: in totale, infatti, sono state registrate 194.057 unioni, in calo di 13.081 unità rispetto al 2012. La statistica si inserisce in un trend negativo iniziato nel 2008, che ha prodotto un complessivo di 53.000 matrimoni in meno. Le prime nozze tra cittadini italiani sono state 145.571, con il proseguimento di un calo che in cinque anni ha causato un passivo di ca. 40.000 unioni.
Matrimonio-e-divorzio-breve-#2A cosa sono dovuti questi dati negativi? L’Istat identifica diverse motivazioni. Innanzitutto, esiste il cosiddetto “effetto struttura”: le nascite sono in contrazione costante dagli anni ’70, la fascia di popolazione tra i 16 e i 34 anni riduce progressivamente le proprie fila e, di conseguenza, le prime nozze, che vanno per la maggiore in questa fascia, registrano il segno meno. Un altro aspetto da prendere in considerazione è la posticipazione delle nozze: in pratica, ci si sposa, sì, ma in media a trentaquattro anni tra gli uomini e a trentuno per le donne. I più giovani fanno sempre più fatica a diventare indipendenti perché non hanno lavoro o ne hanno uno che non permette loro di essere tali. Escono sempre più tardi di casa, e, quando ci riescono, spesso convivono con i partner e decidono di non convolare a nozze, generando così numeri notevoli per le unioni di fatto e per i figli nati al di fuori del vincolo matrimoniale.
divorzio-breve-1In questo scenario s’è inserito dall’aprile di quest’anno il divorzio breve. La legge che lo istituisce prevede la possibilità di separarsi non più dopo tre anni, bensì dopo dodici mesi per una separazione giudiziale (numero da prendere con le pinze, data la lentezza della giustizia italiana) e sei mesi per la consensuale. Il dispositivo legislativo è retroattivo al punto da coprire i procedimenti pendenti dal 2011, andando così in teoria a coinvolgere 250.000 coppie. È ancora presto per aver dei dati certi e affidabili sull’applicazione del divorzio breve; nel frattempo, ci dobbiamo accontentare delle stime dell’Ami, l’Associazione Matrimonalisti Italiani. Essa ha affermato che, dopo due mesi dall’approvazione della legge, sono state firmate 50.000 pratiche di divorzio breve, con la previsione di un picco di 100.000 entro Natale. L’elemento più curioso tra queste stime è che, fra le coppie a voler usufruire del nuovo dispositivo legislativo, una su cinque vede tra gli sposi degli over 65.

Stefano Summa

@Stefano_Summa

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