NADALIN
Le sue origini sono antiche e mitteleuropee, si narra che prodotti simili abbiano impreziosito le tavole degli austriaci e dei veneziani, ma in Italia è accettato come evoluzione del “Nadalin”, dolce dell’ottocento dedicato agli Scala.
La forma tipica a tronco, con la base a forma di stella e le otto punte da imbiancare con lo zucchero a velo, conferiscono al dolce un aspetto molto elegante, che ne preannuncia ai sensi la consistenza morbida e burrosa.
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Spesso superato dal fascino dell’albero o dall’estro del presepe, il calendario dell’avvento occupa, comunque, un posto d’onore nella galassia di simboli e tradizioni legate al Natale.
Usanza molto popolare nel mondo ortodosso, affonda le sue radici in Russia, ed aiuta nel cammino d’avvicinamento al giorno di Natale scandendo i giorni a colpi di cioccolatini dalle forme più svariate.
In Europa sono comparsi attorno al 1920 e da allora hanno conosciuto una diffusione sempre maggiore: in occasione dei mercatini di Natale, la facciata di un palazzo di Bolzano viene trasformata in un gigantesco calendario dell’avvento.
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STRAMBERIE NATALIZIE
Qualche particolare tradizione natalizia dal mondo: nel Regno Unito è usanza lasciare un bicchierino di brandy “per Babbo Natale”, in Francia, invece, si preparano ben tredici dolci mentre in Portogallo bisogna stare attenti: chi trova la fava contenuta all’interno di una torta salata tipica, la dovrà cucinare l’anno seguente.
In Islanda, i Babbo Natale sono tredici e consegnano tredici regali, uno al giorno, ai bambini che si sono comportati bene; decisamente più sfortunati i bambini danesi che, se all’interno della loro zuppa d’avena trovano una mandorla, hanno diritto ad un maialino di marzapane, considerato beneaugurante.
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PANDORO
Mette d’accordo tutti, dagli integralisti del panettone con i canditi, alle signore nemiche dell’uvetta: stiamo parlando del pandoro, dolce natalizio tipico di Verona.