Dal 23 al 25 giugno presso Altradimora a Caranzano (Al), si svolgerà il seminario residenziale “Fare Pace con la terra: natura, femminismo, responsabilità, pratiche”, organizzato da Officine dei saperi femministi.
Misuriamo ogni giorno lo sviluppo insostenibile del neo liberismo che ha determinato cambiamenti climatici irreversibili e un inquinamento crescente di acqua, terra e aria, con gravi conseguenze per la vita in tutto il pianeta. Assistiamo impotenti a guerre e violenze continue che distruggono stati, obbligano ad esodi biblici e rendono invivibili troppi luoghi: le donne e i bambini sono oggetto di violenze sessuali e di ogni genere in tutto il modo, anche nelle zone in cui il livello medio di vita è sostenibile e che da decenni non sono teatro di guerre. La ricchezza è concentrata nelle mani di pochissime persone e gruppi di potere che continuano a depredare terre e popoli e le giovani generazioni non sperano in un futuro migliore. In Italia le donne hanno smesso di fare figli e le migranti ed i loro figli e figlie rappresentano una grande possibilità di cui non si coglie a pieno l’importanza.
Dalla fine degli anni ‘80 le donne verdi hanno contrastato lo sviluppo insostenibile, patriarcale e globale, ottenendo per esempio, insieme alle femministe che si sono mobilitate dopo Cernobyl, che l’Italia uscisse dal nucleare, quello che sta uccidendo la vita nel Pacifico dopo Fukushima. Nel giugno 2001 la rivista Marea organizzò a Genova un appuntamento internazionale di donne contro la globalizzazione, un mese prima del G8, e in copertina la rivista pubblicò questa frase: “Noi donne, in tutta la nostra vibrante e favolosa diversità, siamo testimoni della crescita delle aggressioni contro lo spirito, la mente e il corpo umano, e la continua invasione ed assalto contro la terra e le sue diverse specie. E siamo infuriate”. Era la dichiarazione di un gruppo di scienziate e attiviste femministe, tra le quali Vandana Shiva.
Dopo di allora molti e molte hanno cambiato modelli di comportamento, stili di vita e alimentazione e si è diffusa la cultura ecologista quotidiana che ha imposto anche cambiamenti nella produzione e nel mercato. L’ecofemminismo, fin dalle sue origini, ha dimostrato che proprio il cambiamento individuale è motore di quello collettivo e che il disastro ecologico e umanitario a cui stiamo assistendo è il prodotto di una società patriarcale che depreda tutto ciò che rimane se non viene fermata. Le donne sono quelle che rappezzano costantemente i guasti materiali e sociali, e stanno ora tornando ad essere le protagoniste dei processi di cambiamento, ecologiste e femministe insieme.
Il libro appena pubblicato sulle origini dell’ecofemminismo in Italia, che verrà presentato al seminario la sera del 24 giugno, i tre di Marea dedicati all’ecofemminismo, il lavoro sui territori contro l’inquinamento e le violenze degli uomini sulle donne, le iniziative di movimento e quelle istituzionali a tutti i livelli, fino al parlamento europeo sono premesse a questo seminario che si aprirà il 23 giugno con le interviste a Vandana Shiva e al premio Nobel Wangari Maatai. Parleremo di acqua, difesa del territorio, salute per tutti e tutte, energia e tecnologia, ecologia della nascita, narrazioni sulla realtà che cambia in Italia e in Piemonte.
Per prenotazioni e informazioni è possibile scrivere a [email protected], oppure telefonare al n. 347/0883011. Il programma del seminario è disponibile sul sito www.altradimora.it e alla pagina www.facebook.com/Altradimora-Officina-dei-saperi-femministi
Barbara Rossi