In primo piano Maria Letizia Gorga, che interpreta Dalida, e i 3 musicisti che l'accompagnano

“AVEC LE TEMPS DALIDA” – scritto e diretto da Pino Ammendola
con Maria Letizia Gorga – Musicisti Stefano De Meo (pianoforte), Laura Pierazzuoli (violoncello), Pasquale Laino (clarinetti) – Produzione Centro Mediterraneo delle Arti.
Sito: www.festivalverezzi.it

La parabola di Dalida, conclusasi tragicamente a 54 anni (1987), è quasi un melodramma, ma anche l’emblema della sorte tragica che si annida in ogni eroina. Lo spettacolo nasce per ricordare questa artista italiana (Jolanda Cristina Gigliotti, ndr), consacrata in Francia come la più grande cantante di tutti i tempi e che ha venduto più dischi di Frank Sinatra.

Per tutta la vita, dietro la star Dalida, la donna Jolanda ha sofferto silenziosamente la tragedia di essere amata più come artista, che come persona. Maria Letizia Gorga, in scena con tre musicisti, racconta la sua breve vita e canta i brani che ne seguono il filo, senza soluzioni di continuità tra parola e canto. Uno dei brani di questo spettacolo, “A ma manière”, interpretato dalla stessa Gorga, è stato inserito nel film di Paolo Sorrentino “Youth”. Lo spettacolo è in scena dal 2003 e vanta quasi 500 repliche in Italia, Francia, Svizzera, Tunisia e Serbia. 

La cantante Dalida

La storia di Dalida 

Natale 1954: la giovane Iolanda Gigliotti, di origini calabresi, lascia Il Cairo (dove è nata nel 1933) per cercare fortuna a Parigi, armata del prestigioso titolo di Miss Egitto e della forza dei suoi sogni. Diventerà Dalida. Cantante di brani latini, interprete drammatica al servizio di Brel, Ferré e Trenet, conturbante regina delle discoteche, Dalida canta in 10 lingue diverse e in 3 decenni trionfa in tutto il mondo, dall’Europa al Canada, dal Medio Oriente al Giappone. Nel 1961 sposa Lucien Morisse, direttore di Radio Europe 1, ma pochi mesi dopo incontra Jean Sobieski, giovane pittore di cui si innamora e con il quale convive per qualche tempo. Nel 1966 si lega a Luigi Tenco, con cui partecipa al festival di Sanremo con la canzone Ciao amore, ciao. È proprio lei a scoprirne il cadavere all’Hotel Savoy, il 27 gennaio 1967. Ne seguono il suo primo tentativo di suicidio e un percorso di ricerca interiore in Nepal. Regina del palcoscenico, dalla carriera costellata di successi e grandi passioni, al calar del sipario deve fare i conti con lutti e dolori e con un insopportabile senso di solitudine. La biografia di riferimento di una donna bellissima e idolatrata, ma dalla personalità problematica e sofferente. Nel 1987 si toglie la vita nella sua casa di Montmartre. Accanto al corpo viene trovato un biglietto: “Pardonnez-moi, la vie m’est insupportable”. 

Dalida e Luigi Tenco a Sanremo 1967

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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