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Carolina Tana in Giuro di dire la verità, nient’altro che la verità riesce finalmente a raccontare la sua verità, diversa da quella descritta a più riprese dalle principali testate stampa, radio e tv tra il 1990 e il 2000, segnando indelebilmente la sua infanzia e condizionando la sua vita per oltre vent’anni.

Quella che ne emerge è una storia raccontata attraverso i suoi ricordi di bambina che ha vissuto un’infanzia segnata dalla solitudine, vincolata alle angherie di una madre manipolatrice, violenta, egoista e ambiziosa. Una vicenda folle in cui le violenze psicologiche, le menzogne inscenate nelle aule dei tribunali e la totale mancanza di affetti, sono inserite in un contesto di apparente ricchezza e normalità.

Nel raccontare i suoi primi 20 anni di vita Carolina dimostra coraggio e audacia, motivati dal forte desiderio di chi ha deciso, oggi, di guardare nel proprio passato per cogliere la possibilità di un nuovo futuro libero da bugie.

 

“…Tutto sembrava perfetto, il mondo incantato e felice di bambina: una bella casa, una scuola importante come lo è tutt’ora Villa Flaminia, un’educazione attenta ai valori morali e agli ottimi principi, domestici a disposizione, una quantità̀ infinita di giochi e regali che esaudivano ogni desiderio, vacanze lussuose, una città bellissima come Roma e la speciale cornice di una famiglia unita, almeno all’apparenza. Un’apparenza che invece nella realtà̀ celava ben altra verità̀, una realtà̀ che squarcia la perfezione e rende la vita un inferno. Una cornice che rivela in fondo una profonda frattura in quella vita così perfetta…”.

Questa è la storia di Carolina Tana.  Quella vera.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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