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La storia, breve ma intensissima, di un gruppo di produttori che ha cambiato in modo indelebile il mondo del vino. Èquesto Barolo Boys, un film-documentario che, come recita il titolo stesso, racconta la “storia di una rivoluzione”, un gruppo di amici, i “ragazzi ribelli” che hanno reso grande il vino italiano, tra conflitti generazionali, geniali intuizioni e polemiche mai sopite. Una pellicola intensa, con la voce narrante dello chef Joe Bastianich, proiettata al CinemaTeatro di Valenza martedì 7 aprile (ore 21).

Langhe, Piemonte meridionale, 1983. Elio Altare, un giovane contadino stanco delle proprie misere condizioni di vita, scende nella cantina del padre e con una motosega demolisce le vecchie botti per l’affinamento dei vini. È la scintilla che appicca il fuoco rivoluzionario sulle colline del Barolo, dove una nuova generazione di piccoli produttori, partiti con scarsi mezzi e animati da un inedito spirito di squadra, andrà alla conquista dei mercati di tutto il mondo. Questo gruppo passerà alla storia col nome di Barolo Boys: Elio Altare, Chiara Boschis, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio e Marc de Grazia sono alcuni dei protagonisti di questa storia di coraggio e determinazione. Ma è anche una storia controversa e difficile: per anni una feroce guerra ideologica li ha visti contrapporsi alla generazione dei patriarchi, fieri oppositori delle novità introdotte dai figli ribelli della Langa; lo stesso Elio Altare, leader dei “modernisti”, sarà diseredato dal padre. A distanza di quasi trent’anni, che cosa resta di quell’esperienza? E più in generale, come domanda uno dei protagonisti de film, “Quale rivoluzione ha mai avuto successo?”.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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