Con la ripresa della stagione cinematografica autunnale, dopo i fasti di Venezia 76, questo fine settimana ci propone, per cominciare, una commedia francese leggera e divertente ma ricca di acume: sequel – a distanza di ben nove anni – di Piccole bugie tra amici, Grandi bugie tra amici di Guillaume Canet riporta in scena la cinquina di vecchi amici (e grandi interpreti) del primo film, a partire da Max (François Cluzet) ad Antoine (Laurent Lafitte), Eric (Gilles Lelouche), Marie (Marion Cotillard) e Vincent (Benoît Magimel). In occasione dei sessant’anni di Max, i sodali di un tempo si ritrovano non solo per festeggiare un genetliaco importante, ma anche e soprattutto per fare i conti con se stessi, le relazioni interrotte o perdute, il tempo che passa inesorabile. Ottima sceneggiatura, dialoghi scoppiettanti e ricchi di verve, malinconia avvolgente per tutto ciò che passa e che non torna più. Un Cantet sempre all’altezza del suo stile, coadiuvato da un team di interpreti di indubbio valore, capaci di fare loro il gioco delle parti proposto dal film.
Dall’omonimo romanzo di Jack London, pubblicato nel 1909, il giovane regista Pietro Marcello, al suo quinto lungometraggio, traspone l’avventuroso romanzo di formazione di Martin Eden in una Napoli novecentesca caotica e densa di traffici, di uomini, di storie che si intrecciano e spesso vanno a cozzare tra loro. Martin Eden (un Luca Marinelli superlativo, vincitore della Coppa Volpi alla 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia che si è appena conclusa), marinaio vagabondo alla ricerca di se stesso e privo di una coscienza sociale, approda – grazie all’incontro con la borghese Elena (Jessica Cressy) e con il fratello di lei, Arturo (Giustiniano Alpi) – a un’inedita consapevolezza e al desiderio di accrescere il proprio sapere. Amplierà i propri orizzonti, ma non senza sforzi e dubbi sempre latenti, trascinato come ogni altro individuo dal vento impetuoso del Novecento. Grande affresco corale, splendida fotografia d’ambiente, sentimento del tempo (e dei tempi, anche quelli attuali) che emoziona e stupisce. Nel corso della premiazione veneziana Marinelli dedica la vittoria a chi ogni giorno si dedica al salvataggio dei dispersi del mare. Il film ha ottenuto in questi giorni, al Festival di Toronto, il prestigioso il prestigioso “Platform Prize”, riconoscimento per il cinema d’autore a livello internazionale.
Barbara Rossi