Per concedersi un po’ di sano relax cinematografico agostano non c’è nulla di meglio che aver paura: poco importa che la minaccia arrivi dallo spazio, dall’aldilà, dal clima impazzito oppure dagli abissi marini, come accade in Shark – Il primo squalo di Jon Turtletaub – trasposizione cinematografica del romanzo horror di Steve Alten MEG, pubblicato nel 1997 – ambiziosa e faraonica produzione cino-americana, ennesimo esempio (dai gloriosi e originali tempi di Lo squalo in poi) di shark movie rivisitato con altissimi propositi ma scarsi risultati. Jonas Taylor (Jason Statham) è un espertissimo sub, specializzato in missioni estreme, ma oramai a riposo, dopo una missione finita male. Quando, però, al largo della costa cinese e molto in profondità, un gruppo di subacquei resta intrappolato e per giunta minacciato da un megalodonte, pericolosissimo antenato dello squalo bianco, la decisione di tornare in azione sarà inevitabile (vista anche la necessità di trarre in salvo l’ex moglie), con tutte le conseguenze del caso. A coadiuvarlo nell’impresa, l’esotica e agguerrita biologa ittica cinese Suyin Zhang (Li Bingbing). Il plot risulta prevedibile, basato com’è più che altro sugli effetti speciali immessi ad hoc per provare a mantenere alta l’adrenalina degli spettatori. Si tratta di un film “per famiglie”, da cui persino quel pizzico di splatter che in genere caratterizza i prodotti del genere, è stato bandito su scelta della Warner Bros., per non turbare troppo sensibilità e nervi e per permettere l’accesso alla visione anche ai minori. Lo stesso protagonista Statham, dopo aver visto il film sul grande schermo, ha ammesso nel corso di un’intervista:”La sceneggiatura era totalmente diversa. Alle volte semplicemente pensi ‘Come è successo? Come si è arrivati da questo a questo e poi a quello?’… Era radicamente diverso. Immagino che in un certo senso la tua immaginazione e la propria percezione di quello che sta accadendo siano il nemico peggiore”.
Un altro modo, per rilassarsi, cinematograficamente parlando, è dedicarsi alla visione di un action movie: ad esempio, una commedia adrenalinica declinata al femminile ma nient’affatto scontata (nonostante qualche scivolone di troppo nella banalità o demenza di dialoghi e situazioni) come Il tuo ex non muore mai della giovane regista americana Susanna Fogel (Life Partners). Sorta di surreale ma sanguigna spy story ricca di autoironia, il film racconta le rocambolesche avventure disseminate per mezza Europa – tra Vienna, Parigi, Praga e Berlino – di due inossidabili amiche losangeline, la più riflessiva e insicura Audrey (Mila Kunis) e la tostissima Morgan (Kate McKinnon, star comica del “Saturday Night Live”), dopo che il fidanzato della prima, Drew (Justin Theroux) si è rivelato un agente segreto con alle calcagna temibilissimi colleghi di mezzo mondo e un pericoloso incarico da portare a termine per salvare i destini del mondo. Un po’ Thelma e Louise, un po’ 007 in gonnella che non si prendono mai troppo sul serio, Audrey e Morgan incarnano in pieno, al di là degli intenti puramente ludici del film, un girl power intelligente, al passo con i tempi, fresco e smaliziato, capace davvero di mettere in ombra la controparte maschile, qui rappresentata dal suddetto Theroux e da Sebastian -Sam Heughan. Una pellicola divertente, ben orchestrata specialmente nel frizzante duetto che si viene a creare tra la Kunis e la McKinnon, davvero irresistibili.
Barbara Rossi