Lunedì 5 febbraio, a partire dalle ore 18, alla Bibliomediateca Mario Gromo di via Matilde Serao 8/A, Torino, verrà inaugurata ICONS di Vittoria Ghiotto, la seconda mostra dei giovani fotografi selezionati dal bando FUORIFUOCO del Museo Nazionale del Cinema. La mostra avrà termine il 6 aprile 2018.
FUORIFUOCO, il bando promosso dal Museo Nazionale del Cinema e riservato ai giovani fotografi in età compresa tra i 18 e i 31 anni, nasce con l’intento di accogliere e diffondere la produzione fotografica giovanile attraverso mostre presentate alla Bibliomediateca Mario Gromo. L’interesse per l’arte fotografica nelle nuove generazioni si sposa con la mission del Museo di valorizzare il tema fotografia e il ruolo dei giovani quali attivi produttori di cultura. FUORIFUOCO offre uno spazio di dialogo e confronto destinato a una generazione di autori spesso esclusi dai circuiti più istituzionali.
I tre vincitori del bando, Vittoria Ghiotto, Andrea Meloni e Ada Visser, vedranno i loro progetti esposti in mostra alla Bibliomediateca Mario Gromo. Vista l’alta qualità delle proposte presentate, il ciclo di esposizioni si chiuderà con una mostra collettiva che presenterà una selezione delle fotografie realizzate dai fotografi Francesca Condo, Helena Falabino, Maria Elisa Ferraris, Elena Ferrari, Mattia Gaido e Chiara Liverani.
Vittoria Ghiotto nasce a Thiene (Vi) nel 1995. Dopo il diploma al Liceo Artistico si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brescia, corso di Fotografia. Ormai alla soglia della laurea, si cimenta in una tesi riguardante il “Cineturismo”. Intende proseguire i suoi studi sempre nell’ambito di una fotografia legata al cinema.
Riguardo a ICONS Vittoria Ghiotto racconta: “Il mio progetto si basa sulla ricerca di immagini che riguardano donne divenute nel tempo delle vere e proprie icone.
Compiendo un viaggio nel tempo sono partita dagli anni Trenta per giungere fino ai giorni nostri, scoprendo i volti di alcune icone di stile che hanno lasciato il segno nel mondo. Per ognuna di esse ho ricercato le immagini più famose, molte entrate nell’immaginario collettivo, senza tralasciare però le meno celebri e, in qualche modo, le più vere e forse più rappresentative del vero essere delle donne prese in considerazione. Ultimo obiettivo, ma non meno importante, mostrare come nel tempo le stesse icone siano cambiate, compiendo un naturale processo evolutivo pur rimanendo dei simboli immortali.”
Per informazioni: Bibliomediateca Mario Gromo, tel. 011/8138594; [email protected]
Barbara Rossi