Il penultimo weekend di novembre si schiude al cinema con due pellicole di chiara impronta melodrammatica, ma in una accezione niente affatto negativa.
Ogni tuo respiro, di Andy Serkis (il Gollum della versione cinematografica de Il Signore degli Anelli), racconta la storia vera di Robin Cavendish (Andrew Garfield), un uomo di successo, attraente, sposato con la bellissima e innamorata Diana (Claire Foy): ma anche un uomo a cui la vita riserva, all’improvviso, una svolta crudele, rappresentata da una forma di poliomielite particolarmente feroce, che lo attacca mentre si trova in Africa, nel 1958, e lo relega in un letto attaccato a un respiratore. Sarà proprio la moglie Diana a decidere per prima di lottare contro un destino che per Robin pare essere già scritto, riportandolo a casa e assicurando a lui e ai futuri pazienti nelle sue stesse condizioni, un futuro più accettabile e sereno, a dispetto della malattia. Jonathan Cavendish, sceneggiatore, produttore del film nonché figlio dell’autentico protagonista della drammatica vicenda, crea un’ottima sinergia con il regista Serkis, alla sua prima prova in quanto tale, dando vita a un’opera non retorica, sincera, misurata, a tratti autoironica, in perfetto stile “british”. Per quanto riguarda il tono del film si tratta di una storia drammatica ma anche piena di ottimismo e amore poiché Robin sceglie di vivere. È un film volutamente vivace e leggero in termini di colori e atmosfere, conferma lo stesso Serkis, artista poliedrico in grado di passare dai trasformismi della sua ricca galleria di personaggi cinematografici al complesso lavoro di direzione degli attori su di un set.
Niki Caro (La ragazza delle balene, North Country-Storia di Josey), regista con una particolare sensibilità verso storie di riscatto e coraggio al femminile, porta sul grande schermo il libro di Diane Ackerman “Gli ebrei dello zoo di Varsavia”, che racconta la storia, accaduta nel 1939, legata alle figure di Antonina Żabińska e di suo marito Jan, all’epoca direttore da un decennio dello zoo di Varsavia. Jan (Johan Heldenbergh) e Antonina (Jessica Chastain) nutrono passione e amore profondi per gli animali, che mantengono e curano all’interno del loro giardino zoologico. Purtroppo, l’invasione della Polonia da parte dei nazisti comporta, nella clima di rovina e distruzione generale, anche lo smantellamento dello zoo, in seguito alla morte di moltissimi animali sotto i bombardamenti. Dall’inaudita tragedia nasce, però, una nota di speranza, perché i coniugi decidono di utilizzare le gabbie e i rifugli per gli animali rimasti vuoti per nascondere e mettere in salvo più di duecento ebrei fuggiti dal ghetto di Varsavia. La signora dello zoo di Varsavia punta la sua attenzione, come motore e fulcro dinamico della storia, sul personaggio di Antonina, sulla sua determinazione e coraggio: ottimamente interpretata dalla Chastain, sempre e – a tratti – anche troppo “in parte”, questa figura femminile diviene l’amalgama narrativo di una pellicola che restituisce con rigore classico e sensibilità il senso della tragedia di un intero popolo. Nessuno escluso, uomini e animali, entrambi ridotti al macabro ruolo di cavie al servizio di un disegno folle e criminale.
Barbara Rossi